Dun & Bradstreet (vedere DNB, quotazioni interattive), societa’ leader nel settore delle informazioni commerciali e finanziarie, ha annunciato lo spin off della sua divisione di rating Moody’s Investors Service.
Gli investitori hanno accolto la notizia positivamente, facendo salire il titolo in borsa del 10% che ha portato la chiusura a 29.
La societa’ di rating del credito Standard & Poor’s, rivale di Moody’s, ha invece reagito valutando a A-1 il credito a breve termine e le carte commerciali, mettendo Dun & Bradstreet in ”Credit Watch” con implicazioni negative che potrebbero ridurne il rating globale.
Dun & Bradstreet ha infatti un problema non da poco, avendo registrato alla fine del terzo trimestre 102,5 milioni di dollari di arretrati in cambiali a breve termine. L’IRS, il fisco americano, sta inoltre valutando l’utilizzo di alcune perdite in conto capitale per gli esercizi 1989 e 1990 e potrebbe richiedere alla societa’ il pagamento di una cifra vicina a 540 milioni di dollari in tasse e interessi arretrati.
James Dougherty, analista con Prudential Securities ha commentato che ”un taglio del rating sarebbe giustificabile perche’ a seguito dello spinoff si avrebbero due societa’ con un ridotto profitto operativo a coprire il debito. Questo crea incertezza che non viene recepita positivamente dal mercato obbligazionario”.
Dun & Bradstreet ha invece spiegato lo spin off di Moody’s, che e’ stato affidato alla banca d’investimento Goldman Sachs, come la creazione di due unita’ piu’ focalizzate sul proprio ”core business”: una mossa che dovrebbe, secondo Dun & Bradstreet, aumentare il valore di mercato di entrambe le societa’.
Una simile strategia era stata applicata da Dun & Bradstreet in passato con lo spin off di R.H. Donnelly (RHD) la casa editrice delle pagine gialle e AC Nielsen (ART) e Cognizant, societa’ di ricerche di mercato.
Dougherty ha commentato che la societa’ sta facendo del suo meglio per uscire da una brutta situazione, ma che ”il business non e’ piu’ cosi’ attraente per i consumatori”. Il titolo era sceso infatti del 21% dall’inizio di maggio.