Strisce colorate, il numero di gara sugli sportelli, come si usa a Monza o Indianapolis, alettoni per assicurare stabilita’. E’ la nuova frontiera dell’automobile. Al motto ”oggi il modello standard non basta piu”’, le case produttrici di auto hanno deciso di “andare
incontro” ai desideri degli acquirenti offrendo vetture “personalizzate” e prendendo per buone anche le richieste piu’ strampalate. Dalla Ford alla General Motors, dalla Daimler-Chrysler alla Honda, tutti i big si sono lanciati sul nuovo trend, che e’ stato gia’ definito: “personalizzazione di massa”. E pazienza se costituisce una contraddizione in termini.
In California erano da tempo operative aziende che, avendo fiutato il mercato, fornivano accessori e modifiche per trasformare in “unici” i modelli auto standard. Ora la novita’ sta nel fatto che le grandi case produttrici quelle aziende se le stanno contendendo a suon di
contratti da favola.
La piu’ corteggiata e’ la Wings West, passata da 18 a 170 dipendenti nei cinque anni passati a soddisfare quella che il “Wall Street Journal” definisce la “sottocultura della West Coast”. Su questa societa’ la Ford ha gia’ un’ “opzione”. Nel febbraio scorso a visitare la fabbrica di Newport Beach (California) e’ andato in persona il gran capo esecutivo della Ford, Jacques Nasser. Il quale alla fine ha proposto a Ernie Bunnel, il boss della Wing West, di lavorare su un progetto comune.
Bunnel ha presentato il suo piano: voi alla Ford continuate a fare le vostre automobili e noi lanciamo sul mercato alettoni, pinne, cerchioni fatti apposta per esserd applicati facilmente sui modelli standard.
Ufficialmente la Ford sta ancora “considerando” l’idea. Ma che il progetto sia piaciuto,
e’ confermato anche dal viaggio che un funzionario della casa auto, Terry Crossett, ha
compiuto recentemente a Palmdale, sempre in California. Perche’, Palmdale? E’ la citta’ dove vive Shaun Carlsson, 25 anni, capelli lunghi e biondi e orecchini, che non solo sembra impersonare il “target” giusto per vendere i nuovi modelli, ma che e’ anche uno che da quelle parti si e’ fatto un nome, e un po’ di soldi, inventando accessori “personalizzati” per il modello Civic della giapponese Honda. Carlsson ha accettato, e adesso sta lavorando alla produzione di una serie di accessori per la Focus, una piccola vettura che la Ford ha venduto finora solo sul mercato europeo.
Ma se la ”numero due” Usa dell’auto e’ in testa in questa “corsa al nuovo”, le altre grandi case del settore non stanno certo a guardare. La Daimler-Chrysler, per esempio, ha rilevato un’aziendina di Affalterbach, in Germania, dopo aver constatato che gli accessori corsaioli prodotti da questa societa’ per la Mercedes, sono particolarmente apprezzati dai campioni dello sport e dai divi di Hollywood, due categorie di acquirenti ottime per “fare tendenza”.
E la settimana scorsa a Las Vegas, all’annuale “convention” del produttori di accessori, chiamata pomposamente Specialty Equipment Market Association, i rappresentanti delle grandi industrie erano presenti in forze per finalizzare l’acquisto di aziendine produttrici da incorporare. Alla fine, quando i migliori fra gli
inventori di gadget personalizzati saranno stati assorbiti da questa o quella grande
casa auto, le loro invenzioni non saranno piu’ tali, nel senso che diventeranno automaticamente standard. In barba all’illusione di unicita’ che era l’obbiettivo iniziale.