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E’ finito il delirio di onnipotenza: ecco perchè aumentano suicidi a Wall Street

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NEW YORK (WSI) – Forse sarebbe azzardato definirlo un flusso o una tendenza, però negli ultimi sei mesi diversi banchieri e professionisti del mondo della finanza, dagli Stati Uniti a Londra ad Hong Kong, si sono suicidati.

“Anche se non si tratta di un trend, è comunque un qualcosa che deve essere guardato più da vicino”, ha dichiarato una fonte di Wall Street, stando a quanto riporta Business Insider: “Ogni singola situazione è diversa, non si sa mai che cosa provoca qualcuno ad arrivare a questo punto. Potrebbe trattarsi del lavoro o della vita privata”. Sicuramente però, ciò che rende Wall Street un posto diverso da altri è il diverso tipo di stress che affrontano le persone, che si è acuito con la crisi finanziaria.

Dopo il collasso che ha messo ko l’economia mondiale, a seguito della crisi dei subprime, la colpa è ricaduta sui banchieri; nuove regole sono state imposte, e la pressione soprattutto sui più giovani è cresciuta. Il dato di fatto è che non c’è più gente pronta a investire come prima e presso i finanzieri si è sviluppata una sorta di “ansia da prestazione”, nel tentativo disperato di fare più soldi. (sia per loro che per i loro clienti). Il delirio di onnipotenza ha lasciato il posto a sensazioni di forte inadeguatezza, in diversi casi.

La situazione è diventata più drammatica in quanto, invece di cercare aiuto presso gli psicologi, spesso i banchieri si sono rivolti a droghe e alcol, complice anche la convinzione che la richiesta di aiuto sia sintomo di debolezza.

E nessuno a Wall Street vuole sembrare debole.

Sempre più banchieri ammettono: “Non faccio più gli stessi soldi di prima, sono preoccupato”.

Le aspettative che queste persone hanno nei loro confronti sono inoltre decisamente elevate. Alden Cass, psicologo e autore del libro “Bullish Thinking: The Advisor’s Guide to Surviving and Thriving on Wall Street.” (Il modo di pensare bullish: la guida per sopravvivere e prosperare a Wall Street), specializzato nel trattamento di pazienti che fanno fronte a diverse pressioni nel mondo del lavoro, afferma che il pericolo di soffrire è particolarmente elevato “quando il lavoro che si considera come parte della propria identità non è all’altezza delle aspettative che sono state formulate”.

E il punto è che “chi lavora a Wall Street è per sua natura molto competitivo e perfezionista e si paragona sempre ai propri colleghi”. Si arriva in alcuni casi a sviluppare una vera e propria paranoia dal momento che “ci si sente sempre più sostituibili”. E si arriva al buco nero della depressione.