Si tinge di giallo il condono presente nel decreto fiscale. Secondo quanto affermato dal vicepremier Luigi Di Maio, durante la registrazione di Porta a Porta di ieri, al Quirinale sarebbe arrivato un testo “manipolato”.
“All’articolo 9 del decreto fiscale c’è una parte che non avevamo concordato nel Consiglio dei ministri. Una sorta di scudo fiscale per i capitali all’estero e una non punibilità per chi evade. In Parlamento questo testo non lo votiamo, questa parte deve essere tolta. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi” ha detto Di Maio. Poi precisa: “Non so se è stata una manina politica o una manina tecnica in ogni caso domattina si deposita una denuncia alla Procura della Repubblica perchè non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato”. E ancora: “Questo è un condono come quello che faceva Renzi, io non lo faccio votare”.
Mentre l’ufficio stampa del Colle si è subito affrettato a precisare che: “Il testo del decreto in materia fiscale non è ancora pervenuto”, non si è fatto attendere la replica della Lega:
“Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti fra cittadini ed Equitalia”.
Fonti di Palazzo Chigi rendono noto che il Presidente Conte – informato mentre è a Bruxelles delle criticità emerse nel decreto legge sul tema della pace fiscale – ha bloccato l’invio ufficiale del testo al Quirinale. Conte, inoltre, intende rivedere personalmente il testo articolo per articolo.
Il decreto fiscale, si apprende ancora, è stato anticipato al Quirinale in via meramente informale come è consuetudine fare in questi casi.