Dopo la Fed, tocca oggi alla Bank Of England alzare il velo sui tassi. Si tratta di un appuntamento particolarmente atteso per due ragioni. Il primo perché avviene in un momento storico per la Gran Bretagna: domani la Brexit smetterà di essere annunciata e il Regno Unito lascerà ufficialmente l’Unione europea a più di tre anni dopo il referendum. In secondo luogo, perché il mercato si aspetta, se non oggi, un taglio dei tassi di 25 punti base dall’attuale 0,75%.
Pro e contro il taglio dei tassi
Sull’ipotesi che il giorno deputato per la sforbiciata sia oggi rema contro un elemento non irrilevante. L’attuale governatore della BoE Mark Carney è in scadenza il 15 marzo. Con queste premesse, pare difficile pensare che un governatore in uscita, ormai senza poteri, possa decidere una mossa così politicamente impegnativa. E che il nuovo governatore in pectore, Andrew Bailey autorizzi una tale mossa prima del suo arrivo.
Rema invece a favore un allentamento della politica monetaria il rallentamento recente dell’economia e il raffreddamento dell’inflazione. Come fanno notare gli economisti di Mirabaud AM:
“Con gli indicatori macroeconomici che evidenziano la mancanza di chiari segnali di miglioramento e dato il calo significativo e generale dell’inflazione, riteniamo che un cambio dei tassi da parte della Banca d’Inghilterra sia diventato (molto) più probabile ed è ora il nostro scenario di base. Soffermandosi sui dati economici, possiamo notare che mentre il PIL aggregato si stima sia diminuito nel mese di novembre – suggerendo che la crescita del quarto trimestre sia stata pari a zero, nella migliore delle ipotesi – le vendite al dettaglio sono diminuite ancora una volta a dicembre, in calo del 3,7% (su base annua) nell’ultimo trimestre”.
Tutto questo, continuano gli esperti, è avvenuto in presenza di un calo dei prezzi:
“L’indice dei prezzi al consumo è sceso solamente a 1,3% a/a, leggermente al di sotto della previsione interna della BoE dell’1,4%. Prendiamo atto della recente comunicazione dai membri della Banca d’Inghilterra in merito alla debole crescita e alle preoccupazioni per l’inflazione. Gli ultimi dati sono chiaramente in linea con l’ipotesi di un taglio dei tassi bancari”.
Una sforbiciata, d’altronde, non è stata esclusa dallo stesso Carney, che pochi giorni fa ha esplicitamente dichiarato che la banca centrale potrebbe tagliare i tassi d’interesse se l’economia resterà debole.
Ricordiamo a questo proposito che, già a novembre e dicembre 2019, due dei nove membri della Commissione che determina i tassi di interesse hanno votato a favore di un taglio, anche se lo stesso Carney ha sostenuto la decisione di lasciarli invariati.
Tutto pronto per la Brexit, Parlamento Ue dice sì
Ieri Parlamento europeo ha approvato mercoledì a larga maggioranza l’accordo di recesso del Regno Unito dall’Unione europea. I voti favorevoli sono stati 621, i contrari 49 e gli astenuti 13. Il 31 gennaio il Regno Unito uscirà dall’Unione europea, poi si aprirà la seconda fase dei negoziati sulle relazioni future fra Londra e Bruxelles.
Dal canto suo Londra è impegnata a stringere nuovi accordi economici con Stati Uniti, Cina e numerosi paesi arabi.