Economia

E ora la City trema. Fuga da sterlina e minaccia Moody’s

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ROMA (WSI) – Altro che Grexit. Se, a chi temeva quello scenario diversi economisti facevano notare che, dopo tutto, la Grecia non contasse poi molto per l’Unione europea ora, all’eventualità che si concretizzi il Brexit , ci si rende conto l’Europa potrebbe avere i giorni contati. Lo sa bene Moody’s, che minaccia di tagliare il rating sul Regno Unito, in caso di vittoria del fronte “Leave EU”, ovvero “Lascia l’Ue”. Un fronte che ora può contare sulla presenza di un politico tra i più potenti in UK: il sindaco di Londra Boris Johnson.

Le sue dichiarazioni hanno scatenato il panico sulla sterlina, che ha testato il minimo in sette anni nei confronti del dollaro. capitolando anche sotto la soglia di $1,406. Si tratta del valore più basso dal marzo del 2009 e di un calo superiore a -2%. La perdita è stata inoltre la più sostenuta dalle elezioni generali del Regno Unito, del 2010.

Stando a quanto rende noto Reuters, la sterlina è scivolata al minimo in 15 mesi verso un paniere di altre valute, facendo riferimento al trend dello Sterling Index.

 

Altro fattore preoccupante, che mette in evidenza la paura della City, è che il costo per proteggersi contro eventuali forti oscillazioni della moneta è balzato al record in 51 mesi.

Reuters ha spiegato infatti che:

“la volatilità implicita a sei mesi del rapporto sterlina/dollaro – un termometro di come potranno essere le forti oscillazioni sulla valuta – è salita al 12,2%, testando il record dalla fine del 2011, stando ai grafici di Reuters. Il contratto prende come riferimento la data del referendum (sul Brexit), fissata per il 23 giugno”.

Tornando a Moody’s, così l’agenzia di rating nella nota che ha inviato stamattina ai suoi clienti

“Secondo Moody’s, i costi economici di una decisione di lasciare l’Ue sarebbero superiori ai benefici economici. A meno che il Regno Unito non riuscisse a negoziare un nuovo accordo commerciale con l’Ue, che preservasse almeno alcuni dei benefici commerciali legati alla sua adesione alla Unione europea, le esportazioni soffrirebbero. Ciò porterebbe a un periodo prolungato di incertezza, che influirebbe in modo negativo sul sentiment, secondo Moody’s. Rappresenterebbe anche un significativo peso per le autorità, che dovrebbero rinegoziare le relazioni commerciali del Regno Unito con l’Ue e con altri paesi e regioni, e riconsiderare altre questioni, come quelle regolamentari e di immigrazione..”.

Per Moody’s, insomma, l’eventuale concretizzarsi di uno scenario Brexit danneggerebbe l’economia.

Di conseguenza, in caso di vittoria dello scenario Brexit, l’outlook sul rating potrebbe essere tagliato a “negativo”, “in attesa di una maggiore chiarezza sull’impatto di lungo termine (del Brexit) sulla forza economica e finanziaria dell’UK”.

La sterlina è in ribasso contro le principali valute a livello mondiale

Douglas Flint, presidente di HSBC, ha avvertito inoltre che, nel caso in cui dovesse vincere il basta a Bruxelles, ci sarebbe “un elevato rischio di incertezza” per l’intero mondo del business targato UK.

“Ogni azienda del Regno Unito dovrebbe rivedere la propria catena di offerta, i propri accordi legali e le sue licenze”. Se si considera che diversi colossi hanno il loro quartier generale proprio in questo periodo, “il periodo di incertezza provocherebbe molti danni”.

E ormai si parla di un pericolo sempre più concreto. Tanto che la stessa banca d’investimento Citi ha alzato le probabilità che lo scenario si materializzi dalla precedente forchetta compresa tra il 20% e il 30% a un range incluso tra il 30% e il 40%.

IG ha dal canto suo resi noti i risultati di un sondaggio, da cui emerge che:

“I clienti di IG prevedono ancora a grande maggioranza che il Regno Unito rimarrà probabilmente nell’Ue, con una probabilità del 67%. La probabilità che il paese lasci l’Ue è tuttavia aumentata del 2%, al 33%.

La sterlina ha perso anche nei confronti dell’euro, con la moneta unica che balza di quasi +1%, a GBP 0,7801.