Alla fine è arrivata anche l’ufficialità: Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti d’America. Dopo il voto in Texas, in cui ci sono state due defezioni (un voto è andato all’esponente della corrente libertaria Ron Paul e un altro a Kasich), il candidato Repubblicano, uscito vittorioso dalle elezioni dell’8 novembre, si è assicurato i 304 voti dei grandi elettori sufficienti per insediarsi alla Casa Bianca da gennaio e diventare il 45esimo presidente della storia della prima potenza economica e geopolitica mondiale.
Anche la sua sfidante Hillary Clinton ha subito delle defezioni, tuttavia. Ben quattro nel solo stato di Washington, che l’ex First Lady aveva vinto con 12 voti. Tre voti dei grandi elettori sono andati all’ex Segretario di Stato Colin Powell, mentre uno è stato assegnato a una anziana leader di una tribù indiana, Faith Spotted Eagle, una persona che non si era nemmeno presentata alle elezioni presidenziali.
Negli Stati del Maine, di Minnesota e del Colorado, dove non sono consentite le defezioni, si sono registrati tentativi di boicottaggio. Nel Maine è stato annullato il tentativo di un grande elettore di votare per Bernie Sanders al posto di Clinton, mentre un altro ha protestato nel Minnesota, ma è stato convinto a votare per la candidata dei Democratici.
Insomma Clinton ha dovuto subire più defezioni e tentativi di boicottaggio del suo rivale Trump, che c’è chi pensava potesse subire ben 37 defezioni e vedere così svanire le speranze di diventare commander-in-chief.
Diversi americani contrari all’elezione di Trump hanno sfidato le temperature gelide invernali e hanno sventolato striscioni per chiedere ai grandi elettori di “votare con la coscienza“, “abbiamo bisogno di voi”.
Assicurandosi 304 voti ieri, Trump ha messo a tacere i cori di protesta e ha ringraziato i suoi sostenitori: “Ce l’abbiamo fatta! Grazie a tutti i miei fantastici sostenitori, abbiamo ufficialmente vinto le elezioni (nonostante tutte le informazioni distorte e imprecise dei media)”.