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Ecco chi sta facendo shopping sulle sofferenze di Unicredit

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MILANO (WSI) – Risale al 29 dicembre scorso il contratto con cui Unicredit avrebbe venduto 60 milioni di sofferenze bancarie a Deutsche Bank. A rivelarlo oggi un articolo del Corriere della Sera, che definisce le sofferenze un “prodotto tutt’altro che raro sul mercato finanziario (…), più raro è che lo scambio avvenga tra due grandi banche”.

Sempre a dicembre anche il Monte dei paschi di Siena, oggi al centro delle attenzioni per un possibile matrimonio con Ubi banca, aveva sottoscritto un contratto di cessione in blocco di sofferenze, sempre con l’istituto tedesco ma tramite Epicuro, un veicolo di cartolarizzazione finanziato proprio da Deutsche Bank.

Portano la data di fine dicembre anche altri due contratti analoghi – uno con Unicredit e l’altro con Bnl, la filiale italiana di Bnp paribas – in cui l’acquirente, sarebbe il gruppo Algebris, il fondo londinese guidato da Davide Serra, finanziere e finanziatore del premier Matteo Renzi. Per la precisione, Unicredit avrebbe ceduto al fondo Algebris un portafoglio di Npl (non performing loan) che comprende anche singoli debitori con oltre 40 milioni di esposizione. Algebris avrebbe poi acquistato un pacchetto di crediti deteriorati della Bnl e della filiale italiana di Bnp Paribas, tutti assistiti da garanzia ipotecaria.

Tornando a Unicredit e all’acquisto dei suoi crediti deteriorati da parte di Serra, il contratto con Deutsche Bank è un “piccolo tassello della politica di dismissione dei crediti deteriorati avviata da tempo dall’ad Ghizzoni”, come scrive il Corriere della Sera. Continuando:

“Negli ultimi due anni sono stati ceduti crediti non performing per un totale di oltre 9 miliardi, con un impatto sostanzialmente neutro sul conto economico. Cessioni per ulteriori 6 miliardi sono previste, sulla base del piano strategico, entro il 2018. Il gruppo al 30 settembre scorso aveva sofferenze per un importo netto di 19,5 miliardi (19,7 a fine 2014)”.