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ECCO COME SCOMMETTERE SULLA FED

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Mentre gli investitori e le autorita’ di sorveglianza si interrogano sul discusso operato degli hedge fund e sull’uso spregiudicato dei derivati, uno dei mercati di riferimento per questi strumenti lancia un nuovo contratto.

Il CBOT (Chicago Board of Trade), uno dei tre mercati, insieme al CBOE (Chicago Board Option Exchange) e il CME (Chicago Mercantile Exchange), dove vengono trattati i derivati sulla maggioranza degli strumenti finanziari e non degli Stati Uniti, ha infatti annunciato il lancio delle opzioni sui future sui Fed Fund. Il primo contratto comincera’ ad essere trattato il 14 marzo.

Le operazioni di mercato aperto di acquisto o vendita di titoli di Stato costituiscono lo strumento attraverso il quale la Federal Reserve controlla la politica monetaria sui tassi d’interesse negli Stati Uniti. Le stesse operazioni drenano o immettono liquidita’ sul sistema interbancario, influendo quindi sul Fed Fund rate, il tasso al quale le banche si prestano denaro tra loro.

Fin dalla loro introduzione, nell’ottobre del 1998, i future sui Fed Fund hanno permesso agli investitori di coprirsi o di speculare contro le future decisioni della banca centrale USA. Il mercato ha successivamente cominciato ad osservare attentamente il livello dei contratti per quotare la probabilita’ di un eventuale taglio o rialzo del target sul tasso sui Fed Fund.

Oggi il nuovo passo. Gli investitori potranno comprare o vendere opzioni call o put sui future con diverse scadenze. Considerato che quello dei Fed Fund e’ un mercato dove l’intermediato raggiunge i $1.250 miliardi al giorno, l’introduzione di un nuovo strumento deve essere valutata attentamente.

I CONTRATTI:

Il future sui Fed Fund

Questo strumento quota in centesimi e rappresenta il tasso implicito sui fondi federali relativo alla scadenza del contratto. Se per esempio la scadenza di marzo quota 98,75, il tasso medio implicito dei Fed Fund per quella scadenza e’ pari a 100 meno 98,75, cioe’ 1,25%. La differenza tra questo valore e quello del target fissato dalla Federal Reserve viene utilizzato per calcolare la probabilita’ di una mossa al rialzo o al ribasso alla prossima riunione del FOMC. Il discorso sarebbe in realta’ molto piu’ complesso, dato che il contratto e’ basato sul tasso effettivo e non su quello target e che il calcolo va aggiustato per i giorni intercorrenti tra la data della riunione del FOMC e quella di scadenza del contratto.

L’opzione sul future sui Fed Fund

In questo caso il contratto call o put avra’ come sottostante uno specifico future con la sua relativa scadenza. Il premio dell’opzione sara’ quotato in punti base e la variazione minima sara’ di 0,25 basis point, pari a $10,4175. Il prezzo dell’opzione sara’ funzione, oltre che degli scostamenti del sottostante, anche dei giorni che mancano alla scadenza e della volatilita’.

In quest’ultimo caso pero’ gli operatori saranno costretti a confrontarsi con una variabile che ha un andamento sostanzialmente diverso rispetto agli altri strumenti sui quali trattano le opzioni. Il meccanismo di trasmissione dell’informazione che riguarda la politica monetaria americana fa si’ che la volatilita’ sui future sui Fed Fund tenda a decrescere all’avvicinarsi alla scadenza, ma ad oscillare rispetto alla sua media all’interno di un range piu’ ampio. Insomma, si trattera’ di un mercato per gli addetti ai lavori, in grado di prezzare le caratteristiche specifiche dello strumento.

I potenziali utilizzatori delle opzioni sui future sui Fed Fund appartengono a diverse categorie. Ecco qualche esempio:

Gli emittenti e gli acquirenti di cambiali finanziarie. Le societa’ che emettono commercial paper e gli investitori istituzionali che le comprano devono confrontarsi con uno strumento che e’ legato direttamente al livello del tasso sui Fed Fund. Utilizzando le opzioni e’ possibile ridurre il costo di finanziamento vendendo call e incassando il premio sulle opzioni (sfruttando adeguatamente il livello di volatilita’) oppure migliorare il rendimento della posizione detenuta in portafoglio (per gli investitori istituzionali). Alternativamente e’ possibile trasformare un rischio semplice in uno differenziale, legando il costo del finanziamento allo spread tra il tasso sulle cambiali commerciali e quello sui fondi federali.

I bond dealer. Gli investitori istituzionali che operano sul mercato primario dei titoli di Stato, o quelli che assumono grosse posizioni (lunghe o corte) sui Treasury, affrontano costi di finanziamento direttamente legati al tasso sui Fed Fund (o a quello repo, sempre legato al primo). Entrambi i soggetti possono utilizzare le opzioni per ottimizzare i costi o per coprire i rischi legati a spostamenti della curva dei tassi a breve.

A questi si possono aggiungere:

Gli hedge fund e i proprietary trader, che utilizzano le opzioni sull’eurodollaro e che possono utilizzare adesso una combinazione delle stesse con quelle sui future sui Fed Fund e sfruttare il differenziale di volatilita’ tra il LIBOR e il tasso sui fondi federali.

Gli utilizzatori di interest swap rate, che possono servirsi di queste opzioni per correggere il disallineamento temporale tra la scadenza dello swap e gli strumenti di copertura utilizzati.

Gli intermediari di valuta, che possono utilizzare questo strumento per gestire al meglio lo spread tra spot e forward rate, che e’ influenzato dal tasso d’interesse sui Fed Fund.