ROMA (WSI) – Il vertice dei 28 Paesi membri dell’Unione Europea ha prodotto un difficile accordo per il contenimento della crisi umanitaria che sta colpendo la Grecia. Attualmente le proposte dell’Ue sono in fase di negoziazione con il premier turco, Ahmet Davutoğlu. Se tutto va bene da domenica i migranti illegali dei 44 mila bloccati negli accampamenti prigione di Idomeni verranno rimpatriati.
La situazione in Grecia resta critica: le frontiere con la Macedonia sono bloccate, mentre centinaia di migranti continuano a sbarcare sulle sue coste. Le misure concordate proporranno ad Ankara di accettare i rimpatri per i migranti approdati in Grecia la cui domanda di asilo sia respinta o non inoltrata; in cambio la Turchia otterrebbe il tanto ricercato accesso senza obbligo di visto per verso i Paesi dell’area Schengen (a condizione che entro giugno Ankara metta in atto 72 riforme).
Inoltre, ogni siriano rimpatriato dalle coste greche comporterà l’accettazione di un suo connazionale dotato di visto umanitario da un campo profughi turco, “scambio” valido per un massimo di 72mila persone. Per rendere il testo in elaborazione compatibile con la Convenzione di Ginevra e le norme di diritto internazionale i rimpatri saranno espressamente disposti su base individuale. Per rendere effettivo l’esame delle domande di asilo in tempi ragionevoli, saranno quindi necessari potenziamenti alle strutture legali preposte.
Restano in attesa di definizione alcune questioni come i parametri necessari per il raddoppio del contributo finanziario europeo alla Turchia, da tre a sei miliardi di euro, così come la promessa di riaprire la possibilità di entrata nell’Ue da parte di Ankara, fortemente osteggiata da Cipro (che di fatto è controllata per metà del suo territorio da una parte turca non riconosciuta dalla comunità internazionale).
Nel frattempo il presidente turco, Tayyip Ergdogan, ha tuonato contro i moralismi dell’Ue: “Guardi ai suoi limiti prima di dire alla Turchia cosa fare coi migranti”, ha dichiarato in un discorso televisivo, “ In un momento in cui la Turchia ospita tre milioni di migranti, quelli che non trovano spazio per una manciata di rifugiati, che nel mezzo dell’Europa tengono questi innocenti in condizioni vergognose, dovrebbero prima guardare a se stessi”.