Economia

Ecco perché la Lettonia vuole entrare nella zona euro

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NEW YORK (WSI) – Doveva disintegrarsi e invece si espande: la zona euro va contro tutte le previsioni di chi la dava per spacciata e dal 2014 si allarga fino alla Lettonia, che diventera’ dal 1 gennaio il 18mo Paese di Eurolandia dopo l’ok della Commissione arrivato oggi. Ora saranno i leader a doversi pronunciare, ma e’ facile immaginare che volentieri le daranno l’appoggio: un Paese che vuole entrare nella zona euro nonostante la sua crisi, e’ un segnale di fiducia che non possono rifiutare.

Perché la Lettonia vuole entrare nella zona euro? Lo ha spiegato in un’intervista alla CNBC, il primo ministro, Valdis Dombrovskis, secondo cui l’ingresso nell’unione monetaria ha tanto più senso in quanto la valuta nazionale, il lat, è sotto attacco speculativo. Dombrovskis ha inoltre fatto notare che il lats è comunque legata all’euro. Di conseguenza, tutto ciò che accade all’euro ha riflesso sull’andamento della moneta. “Se si guarda bene, oggi il vero problema non è l’euro in sé, quanto piuttosto il suo valore, decisamente troppo forte”, ha concluso.

La Lettonia ha comunque tutte le carte in regola per entrare, secondo quanto ha stabilito la Commissione: tasso di cambio stabile, inflazione all’1,3% (il limite scritto nei Trattati e’ 2,7%), un debito invidiabile al 40% e un deficit che dall’8,1% del 2010 e’ sceso all’1,2% nel 2012 ”con un percorso credibile e sostenibile”. Insomma, e’ quasi un Paese modello per la zona euro: “L’esperienza della Lettonia dimostra che un Paese puo’ con successo superare i suoi squilibri, sebbene severi, e riemergere piu’ forte”, scrive la Commissione Ue nel suo rapporto.

Il Paese baltico infatti, in seguito alla profonda recessione del 2008-2009 che ha polverizzato un quinto del suo pil, “ha agito con decisione” sostenuto dal programma di assistenza finanziaria di Ue-Fmi, che ha migliorato la flessibilita’ e la capacita’ di consolidamento dell’economia. “E questo ha ripagato: secondo le previsioni sara’ l’economia che crescera’ piu’ rapidamente quest’anno”, dice Bruxelles, che intanto per la zona euro conferma crescita negativa (-0,2%) per il primo trimestre 2013. A differenza della Grecia, Riga ha applicato alla lettera la ricetta a base di austerita’ e riforme dettata dalla Ue dopo la richiesta di aiuti, nonostante il Fmi le consigliasse la via della svalutazione.

Ma l’ingresso non e’ del tutto privo di preoccupazioni: in cima a tutte c’e’ la questione delle banche, secondo molti piene di fondi stranieri, russi in particolare. La brutta esperienza di Cipro, con il suo sistema bancario quasi del tutto dipendente da capitali stranieri che ha messo a rischio default il Paese, fa ancora paura.

Con Cipro l’Europa ha imparato a diffidare delle banche piene dei grossi capitali russi e gia’ qualcuno chiede che si faccia chiarezza con un rapporto commissionato a societa’ esterne, come si fece per Cipro. Ma per Rehn non servira’: entrando nell’euro, la Lettonia entrera’ anche nell’unione bancaria e quindi le sue banche cadranno subito sotto la supervisione della Bce.

Il parlamento lettone ha approvato una legge che prevede che l’euro venga adottato a partire dal primo gennaio 2014.