NEW YORK (WSI) – Google riceve in media tra le 2 e le 4 milioni di applicazioni l’anno. Solamente 4 mila però sono le persone che vengono assunte.
Il vice presidente della divisione People Operations, Laszlo Bock, che appunto sceglie i candidati più adatti, ha svelato le caratteristiche che Google cerca nelle persone. Nel corso di un’intervista ha affermato che: “Ci interessa di più assumere una persona intelligente e curiosa rispetto a un esperto in una specifica area. Chi fa sempre lo stesso lavoro è come se alla fine ripetesse la stessa cosa, senza aggiungere nulla di nuovo. Google è interessata a persone con capacità cognitive“.
Ancora: “Quando si assume qualcuno che è curioso e ha voglia di imparare nuove cose si fa entrare nel team persone che presentano idee nuove ed interessanti, o cose mai viste prima al mondo. Assumiamo gente per la loro attitudine, che ha voglia di imparare cose nuove. Persone con grinta”.
I colloqui di Google, storicamente complessi e con domande difficili da interpretare, negli ultimi tempi sono un po’ cambiati: “Ora quello che ci interessa sapere sono le esperienze che i nostri candidati hanno vissuto e quindi poniamo loro domande come: dateci un esempio passato di come avete risolto un problema analiticamente difficile”.
Secondo Bock, chiedendo di parlare di esperienze passate il candidato riesce a dare due tipi di informazioni: come interagisce in una situazione reale e cosa considera come difficile. Per Google è dunque importante che i candidati possiedano anche capacità analitiche.
Altro fattore che il manager mette in rilievo è che, “mentre a scuola le persone sono solite dare determinate risposte, è molto più interessante risolvere problemi che non hanno una sola risposta. A noi interessa capire come i candidati riescano a scovare più soluzioni per un determinato problema”.
Google poi cerca persone in grado di essere determinate a prendere situazioni di comando quando serve, in grado di avere un senso di appartenenza ma che comunque rimangano oneste e sincere quando ci sono altri che hanno idee migliori: “Il contributo che bisogna dare”- spiega Bock -“è quello di vedere cosa si può fare tutti insieme, se ci sono idee migliori allora bisogna fare un passo indietro. L’umiltà prima di tutto, senza di questa non si riuscirà mai ad imparare”.
“Il successo” conclude Bock, “a volte può diventare un vero e proprio ostacolo e portare al fallimento. Questo a Google vogliamo evitare che accada”.