Rallenta l’economia dell’eurozona e si trascina dietro l’inflazione. Lo ha sottolieato Peter Praet, capo economista della Banca centrale europea secondo cui si sono fatti ampi progressi nel sentiero di ritorno dell’inflazione al target, ma ha anche ribadito che un ampio grado di stimolo monetario resta necessario per accompagnare l’inflazione al target Eurozona.
“’Non possiamo ancora dire ‘missione conclusa’ sul fronte dell’inflazione, ma abbiamo fatto notevoli passi in avanti sul percorso verso un considerevole aggiustamento dell’inflazione. Sulla base degli attuali livelli dei futures sul petrolio, l’inflazione molto probabilmente resterà attorno all’1,5% nei prossimi mesi”, ha aggiunto Praet, intervenendo a Ginevra ad un convegno della Associazione degli analisti finanziari della Svizzera.
Praet ha aggiunto che il recente rallentamento della zona euro è avvenuto prima del previsto e che i fattori che zavorrano la crescita potrebbero perdurare nel breve termine, anche se la crescita del blocco continua a poggiare su un’ampia base e a essere solida. Le previsioni economiche di Primavera della Commissione Ue hanno intanto confermato la crescita dell’area euro del 2,3% nel 2018 e del 2,0% nel 2019, come nell’aggiornamento di gennaio scorso.
La Commissione ritiene che il rallentamento segnalato dai dati ad inizio 2018 sia legato a fattori temporanei. Tuttavia, riconosce che il bilancio dei rischi si e’ spostato significativamente verso il basso a causa degli sviluppi internazionali e delle potenziali ripercussioni sulle condizioni finanziarie e politiche commerciali.
Indicazioni sono arrivate anche sul QE. La Banca centrale europea smetterà di acquistare nuovi titoli pubblici e privati quando, sulla base dell’analisi dei dati, giudicherà che si saranno verificati i 3 criteri che ha già indicato per certificare il ritorno dell’inflazione verso valori auspicati: “convergenza, fiducia e tenuta”. A quel punto “gli acquisti netti di titoli finiranno – ha affermato Peter Praet, – come previsto dalle nostre indicazioni prospettiche”.