ROMA (WSI) – E’ più stretto che mai il file rouge che lega oggi la politica di allentamento monetario attuata dalle Banche centrali di mezzo mondo. Hanno scelto di giocare compatte la carta dei tassi bassi per cercare di stimolare la crescita.
Il settimanale di Londra, Economist, ha sottolineato che non erano su questi livelli da così tanto tempo. E rincarano la dose gli economisti, dicendo che difficilmente Federal Reserve, Banca centrale europea, Bank of England e Bank of Japan rivedranno la loro strategia a breve, almeno non quest’anno.
Haruhiko Kuroda ha inaugurato il suo mandato presso la Banca del Giappone con un drammatico allentamento della politica il 4 aprile scorso. Con quel “adotterò misure monetarie supplementari, se necessario, senza esitazione”, Kuroda ha tracciato un solco con quanto fatto dal suo predecessore, irrompendo di fatto nella guerra delle valute schierando giù l’artiglieria pesante.
Girando il mappamondo e fermandosi a Londra, anche Mark Carney, il nuovo capo della Banca d’Inghilterra, ha deciso di mantenere i tassi dove sono ossia ai livelli bassi degli ultimi quattro anni fino almeno a tutto il 2014.
Eppure nonostante tutto questo, offrire denaro a buon mercato non ha avuto gli effetti sperati. Per gli addetti ai lavori la loro politica monetaria ha fatto un buco nell’acqua: non ha incoraggiato la crescita economica come i governatori delle principali Banche centrali si aspettavano.
“Ci sono alcuni segnali di una rinascita economica in America“, osserva ancora l’Economist. Ma, fatta questa eccezione, le prospettive non appaiono rosee altrove. A marzo l’attività manifatturiera ha mostrato segnali di flessione in mezzo mondo, la disoccupazione è in piena espansione nell’area euro.
In un mondo dove le politiche monetarie resteranno probabilmente accomodanti per molto tempo, nella disperata ricerca di rendimenti, gli investitori hanno deciso di tornare sui loro passi: stanno riscoprendo di nuovo i prodotti di debito strutturati che molti davano per scomparsi per sempre dopo i danni fatti dalla finanza creativa nel 2008.
Ci sono anche alcuni economisti che sottolineano come la politica della Federal Reserve abbia dato ossigeno al mercato immobiliare americano. Ma per molti sarà comunque l’ennesimo buco nell’acqua quando la spirale inflattiva busserà alla porta, chiedendo a tutti gli americani di pagare il conto.