Il 2021 sarà un anno che passerà alla storia per l’economia italiana. Secondo quanto reso noto oggi dall’Ocse il 2021 dovrebbe chiudersi per il nostro Paese con un balzo dell’economia del 6,1%. La corsa, ad un ritmo però inferiore, dovrebbe proseguire anche nel corso del 2022 e del 2023, con una crescita del Pil rispettivamente del 4,6% e del 2,6%.
Economia italiana e debito pubblico
Le buone notizie sull’economia italiana si riflettono anche sul rapporto tra debito pubblico e Pil del Paese che, secondo l’Ocse, dovrebbe portarsi dal 154,6% del 2021 al 150,4% nel 2022 e poi scendere ancora al 148,6% nel 2023. Gli analisti avvertono però che “gli alti livelli rimangono una fonte di potenziale vulnerabilità, insieme ai rischi legati al Covid”.
Atteso in flessione anche il rapporto deficit/Pil al 9,4% quest’anno al 5,9% nel 2022 e al 4,3% nel 2023.
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione dell’Italia secondo l’Ocse scenderà dal 9,6% del 2021, all’8,9% del 2022 all’8,4% del 2023.
“L’attuazione di riforme strutturali per digitalizzare e snellire i sistemi di giustizia civile e fallimentare, aumentare la concorrenza, soprattutto nei servizi, e aumentare l’efficienza della pubblica amministrazione rimane cruciale, insieme alla riforma fiscale per ridurre il cuneo e la complessità delle imposte sul lavoro”, evidenzia l’Ocse nel World Economic Outlook in merito all’Italia.
Economia mondiale in leggera frenata
Per quanto riguarda la crescita mondiale l’Ocse ha limato le stime per il 2021 al 5,6% nel 2021 dal 5,8% rispetto alle previsioni indicate la scorsa primavera. Il prossimo anno, spiega l’Ocse, la crescita dovrebbe attestarsi al 4,5% per poi scendere al 3,2% nel 2023.
“La ripresa ha perso slancio e sta diventando sempre più squilibrata”, sottolinea l’Ocse. “Alcune aree si stanno riprendendo rapidamente, ma altre rischiano di rimanere indietro, in particolare i Paesi a basso reddito dove i tassi di vaccinazione sono bassi e la domanda deve ancora riprendersi completamente”.
Brusca revisione per stime dell’economia americana che sono state tagliate al 5,6% dal 6,9% di maggio (+3,7% nel 2022 e +2,4% nel 2023).
In frenata anche il Pil della Cina che quest’anno dovrebbe crescere dell’8,1% (era all’8,5% nelle stime di maggio) e poi attestarsi al 5,1% nel prossimo biennio.
Riviste invece al rialzo invece le stime relative al Pil dell’Eurozona che si attesterà al 5,2% quest’anno (+4,3% a maggio), al 4,3% nel 2022 e al 2,5% nel 2023.
Per quanto riguarda l’inflazione, secondo l’Ocse raggiungerà il picco entro la fine dell’anno, per poi rallentare verso livelli coerenti con le pressioni sottostanti derivanti dall’aumento del costo del lavoro e dal calo della capacità inutilizzata in tutto il mondo.