Economia

Economia sommersa: quanto vale in Italia

Nel 2022 il valore dell’economia non osservata cresce di 17,6 miliardi, a 201,6 miliardi di euro e segnando un aumento del 9,6 per cento rispetto al 2021 (+8,4 per cento la crescita del Pil corrente). È quanto emerge dal report dell’Istat sull’economia non osservata nei conti nazionali nel periodo 2019-2022, che evidenzia per l’attività sommersa (ovvero al netto dell’illegalità) un valore pari a circa 182 miliardi di euro, in crescita di 16,3 miliardi rispetto all’anno precedente, mentre le attività illegali sfiorano i 20 miliardi. La sua incidenza sul Pil rimane sostanzialmente stabile al 9,1% (era il 9,0% l’anno precedente).

Quanti sono i lavoratori irregolari

Le unità di lavoro irregolari sono 2 milioni 986mila, un numero in linea rispetto al 2021. Il valore dell’economia sommersa da sotto-dichiarazione e lavoro irregolare nel 2022 (+14,1 miliardi rispetto al 2021) è pari a 170 miliardi. Stabile all’8,5 per cento l’incidenza delle due componenti sul Pil.

La crescita del valore aggiunto connesso alla sotto-dichiarazione rispetto all’anno precedente è dell’11,5 per cento. L’aumento delle unità di lavoro irregolari rispetto al 2021 è dello 0,1 per cento. si registra una crescita omogenea (+0,1 per cento) della componente dipendente e indipendente di lavoro irregolare (rispettivamente +1,6 e +1,2 mila unità).

Dati sconfortanti e demoralizzanti, non degni di un Paese civile. L’evasione resta una voragine, un burrone dal quale non si vuole uscire, un problema irrisolto di questo Paese. Il lavoro nero è una battaglia persa, dato che nessuno ha mai voluto ancora combatterla” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Non basta, infatti, qualche assunzione in più all’Ispettorato nazionale del lavoro per contrastare la piaga sociale del lavoro nero. Bisogna cambiare le regole, creando un contrasto di interessi tra datore di lavoro e lavoratore. Fino a che il dipendente che denuncia di aver lavorato in nero rischia di essere perseguito come evasore e di dover pagare le tasse arretrate, non si andrà da nessuna parte. Anche i termini per impugnare un licenziamento illegittimo, appena 60 giorni, sono assurdi per un lavoratore in nero che deve trovare le prove di essere stato un lavoratore di quell’azienda e di certo non facilitano l’emersione del fenomeno” aggiunge Dona.

Secondo i dati resi noti oggi, nel 2022 il valore aggiunto generato dal lavoro irregolare è risultato pari nel 2022 a 69 miliardi e 189 milioni contro i 65 miliardi e 509 mln del 2021.

“Insomma, invece di migliorare si peggiora, con un rialzo di quasi 4 miliardi (3,680). Il fatto che il dato sia in lievissimo calo rispetto al Pil è solo una magra consolazione, dovuta al rialzo del Pil e non ad un contrasto al fenomeno visto che nel 2022 sono 2 milioni e 986 mila le unità di lavoro a tempo pieno (Ula) in condizione di non regolarità contro i 2 mln e 983 mila del 2021 “ conclude Dona.

Aumento del sommerso tra i professionisti, riduzione nelle costruzioni

Come spiega l’Istat, nel 2022,  i settori dove il peso del sommerso economico è maggiore sono gli Altri servizi alle persone, dove esso costituisce il 30,5% del valore aggiunto del comparto, il Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (18,5%) e le Costruzioni (17,5%). Si osserva invece un’incidenza minore per gli Altri servizi alle imprese (5,3%), la Produzione di beni d’investimento (3,7%) e la Produzione di beni intermedi (1,4%).

L’analisi sul fronte settoriale mostra inoltre che mentre si riscontra una riduzione del peso del sommerso per Agricoltura (-1,0 punti percentuali), Costruzioni (-0,8), Produzione di beni alimentari e di consumo (-0,6) e Altri servizi alla persona (-0,5), si osserva di converso un suo incremento per il comparto dell’Istruzione, sanità e assistenza sociale (+0,5 punti percentuali) e per i Servizi professionali (+0,2).