Economia

Economist passa agli Agnelli, Exor primo azionista con il 43,4%

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ROMA (WSI) – Maxi investimento della famiglia Agnelli nel mondo dell’editoria. Dopo le indiscrezioni delle ultime ore, Exor conferma di aver raggiunto un accordo per acquistare 6,3 milioni (pari al 27,8%) di azioni ordinarie per un importo di 227,5 milioni e 1,26 milioni (pari al 100%) di azioni speciali “B” per un importo di 59,5 milioni del gruppo The Economist da Pearson Group plc.

Il valore dell’operazione ammonta a 287 milioni di sterline (405 milioni di euro) e l’acquisizione verrà finanziata con mezzi propri di Exor. A seguito di tale acquisto e di una distinta operazione di buy-back annunciata da The Economist sulle restanti azioni ordinarie detenute da Pearson nel gruppo, la quota di Exor in The Economist aumenterà dal 4,7% al 43,4%.

“Con l’aumento della partecipazione in The Economist siamo lieti di confermare il nostro ruolo di azionisti di lungo termine a sostegno del gruppo, insieme alle famiglie Cadbury, Layton, Rothschild e Schroder, e ad altri singoli investitori stabili”, ha detto John Elkann, presidente e amministratore delegato di Exor, e amministratore non esecutivo in The Economist.

“Abbiamo sempre ammirato l’integrità editoriale e la prospettiva globale che sono gli elementi caratteristici del successo de The Economist e sottoscriviamo pienamente la sua storica missione di prender partito nella dura battaglia tra l’intelligenza, che ci spinge verso il progresso, e un’ignoranza vile e timorosa, che lo ostacola. La decisione del gruppo di investire insieme a noi, mediante l’acquisto di azioni proprie ci rende ancora più convinti dei meriti del nostro investimento, in quanto segno della fiducia in un futuro brillante e redditizio. Insieme riteniamo che The Economist abbia un enorme potenziale di crescita, in particolare per la sua capacità di cogliere le numerose opportunità di sviluppo legate alla digitalizzazione del settore dei media, sotto la guida di Zanny Minton Beddoes e di Chris Stibbs”.

E’ stato inoltre deciso che, previa approvazione degli azionisti, lo statuto dell’Economist sarà modificato per “limitare al 20% i diritti di voto di ogni singolo azionista e per garantire che nessun singolo individuo o società possa detenere più del 50% delle azioni del gruppo. I valori editoriali del giornale continueranno ad essere presidiati dai suoi Trustees indipendenti”.

L’investimento effettuato da Exor “rientra nell’ambito di altre importanti partecipazioni di lungo termine detenute direttamente e indirettamente nei settori dei media e dell’editoria nel corso degli ultimi decenni, tra cui Bantham Books, Random House, Le Monde, Rcs MediaGroup, Italiana Editrice (La Stampa /Secolo XIX) e Banijay Group. Il perfezionamento dell’operazione, previsto per il “quarto trimestre 2015, è soggetto all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni di legge, nonché all’approvazione sia da parte degli azionisti de The Economist con la maggioranza del 75% sia da parte dei suoi Trustees indipendenti. Le previsioni del City Code on Takeovers and Mergers non si applicano a The Economist Newspaper Limited”.