L’Italia è al penultimo posto tra i Paesi del G20 in quanto ad educazione finanziaria, soprattutto in riferimento a Millennial e Generazione Y.
È la fotografia scattata dal Comitato Edufin, in collaborazione con Doxa, che ha evidenziato come chi fosse in possesso di un’educazione finanziaria di base abbia superato in modo migliore il contraccolpo della pandemia.
Dopo il primo lockdown, ad esempio il 30% delle famiglie in Italia non riusciva a far fronte a spese impreviste, dato che si è abbassato al 19% considerando gli intervistati con un livello di alfabetizzazione finanziaria più alto.
Educazione finanziaria: perché è importante
Pandemia a parte, i mercati oggi subiscono continue e repentine mutazioni, le possibilità di investimento prive di rischio come i titoli di Stato hanno perso d’interesse e crescono numero e complessità dei prodotti finanziari offerti.
Un’adeguata conoscenza finanziaria andrebbe impartita fin dalla scuola elementare perché è lo strumento base per garantire libertà e indipendenza personali.
I Millennial, generazione nata tra metà anni ’80 e metà anni ’90, vivono oggi un forte stress finanziario a causa di una conoscenza lacunosa sul tema, spesso acquisita da autodidatti, online o dai familiari. È di questo avviso Cesare Rosati, business coach ed investitore immobiliare oltre che Millennial.
“La formula per raggiungere una solidità economica e ridurre così lo stress finanziario si basa su tre pilastri: lavoro, risparmio e investimento, ai quali aggiungere una gestione ottimale del proprio tempo. Nel nostro paese, purtroppo, manca un corretto approccio alla gestione dei risparmi e delle entrate; a scuola non se ne parla e si tende a pensare che sia sempre lo Stato, in fondo, a doverci garantire un sostegno economico nei momenti di difficoltà. Sono davvero poche le persone che pensano ad avere un piano B, con il quale tutelarsi nei momenti difficili, come ad esempio la perdita del lavoro. La realtà dei fatti è che se sei povero non puoi che incolpare te stesso”.
Rosati: “Risparmiare i investire il 30% delle entrate mensili”
Nel concreto della quotidianità, Rosati sostiene che “il 30% delle entrate generate mensilmente dal lavoro debba essere risparmiato. Il modo più pratico è avere due conti, in uno si destina la quota da risparmiare, nell’altro si gestisce la liquidità per la vita quotidiana”.
I risparmi così ottenuti potranno essere impiegati in primis per investire sulla propria competenza nell’ambito degli investimenti.
“In questo modo si potrà disporre dei giusti mezzi per aumentare il benessere economico e raggiungere ottimi risultati. Quante volte abbiamo sentito di persone diventate milionarie in poco tempo, per una vincita o un’eredità improvvisa, che hanno sperperato tutto? Il loro principale errore è limitarsi a spendere il denaro anziché investirlo per generarne dell’altro.”
Una volta acquisite le conoscenze, gli investimenti potranno riguardare il settore immobiliare, il mondo azionario o societario. L’obiettivo sarà quello di ottenere una rendita costante, grazie alla quale aumentare sia i risparmi che il capitale da investire. Le vacanze, la casa, l’auto nuova o altro potranno essere acquistati grazie alle entrate generate dagli investimenti, senza intaccare i risparmi o dover richiedere prestiti.
“Gli investimenti non sono altro che l’opportunità di mandare a lavorare i soldi per conto nostro, generando nuovo valore. Nel 2014, in piena crisi del settore immobiliare, ho investito 2000€ e, attraverso la cessione di un preliminare di vendita di una villa, ho guadagnato 20.000 euro (con un ROE del 1000%). Conoscenze adeguate e sempre aggiornate sulla materia, oltre a sapere dove e come cercare le opportunità, permettono di non risentire di alcuna crisi, raggiungendo ottimi risultati”.
Un equilibrio studiato, quindi, tra entrate, uscite, risparmio e investimenti. “L’importante è non limitarsi, come è d’abitudine oggi tra i Millennial e non solo, a vivere per saldare i debiti contratti; è fondamentale risparmiare e investire nel proprio futuro”.