Economia

Edwards (SocGen): “in confronto Corbyn sarà visto come un moderato”

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Quando la prossima crisi scoppierà, un leader politico dalle idee considerate ‘radicali’ come Jeremy Corbyn sarà visto come moderato in confronto agli altri capi di Stato.

È uno degli avvertimenti lanciati dallo strategist ribassista di Société Générale Albert Edwards, secondo cui le economie e i mercati globali non sono pronti all’ondata populista cui assisteremo in seguito alla prossima frenata dell’attività economica.

Intervenuto durante la conferenza annuale della banca francese, che è stata descritta da alcuni come la “Woodstock degli orsi“, per la presenza di analisti notoriamente ribassisti, Edwards ha spiegato che la prossima fase di contrazione dell’economia manifestarsi a fine anno.

Davanti a una platea di circa 400 investitori riuniti alla conferenza annuale di Londra di questa settimana, Edwards ha anche a un certo punto dispensato un certo ottimista: “lavoro per una banca francese, perciò vi assicuro che sarete fuori di qua entro le cinque del pomeriggio”. La battuta è stata l’unico annuncio positivo dell’appuntamento.

Anche il suo collega Andrew Lapthorne e il moderatore Gerard Minack (ex di Morgan Stanley) hanno fatto pronostici pessimisti. Edwards ammette che spesso sbaglia pronostici, ma – osserva L’Economist – “il suo talento per immaginare il peggio è prezioso“.

“Quando finisco per avere ragione, allora sono guai seri”, dice Edwards, che è in grado di dare forma alle angosce più recondite degli investitori e operatori di mercato.

Come proteggersi in caso di crisi

Per proteggersi nel contesto negativo descritto dallo strategist il consiglio è favorire l’accumulo di posizioni cash o in oro. Edwards è convinto che i rendimenti dei Treasuries piomberanno sotto lo zero durante la prossima fase di recessione, osia di contrazione dell’economia per almeno due trimestri consecutivi.

Questo significa che i bond offriranno una forma di cuscinetto protettivo nel breve termine. Allo stesso tempo è innegabile che subiranno una “resa dei conti dolorosa” se le autorità statunitensi riusciranno alla fine a creare inflazione.

Lapthorne da parte sua ritiene che come mercato azionario, il Giappone è il miglior investimento possibile, visto che nei listini nipponici sono quotate aziende redditizie che hanno ridotto i loro debiti e che scambiano a prezzi vantaggiosi.