Mentre Amazon flirta con una capitalizzazione di mercato di 500 miliardi di dollari. Un valore che ha fatto provare, anche se per poche ore, a Jeff Bezos l’ebrezza di essere l’uomo più ricco al mondo, il settore retail americano continua a lottare per la sopravvivenza. Un fenomeno, che in molti hanno già definito “effetto Amazon”, in quanto il colosso del commercio elettronico sembra davvero il principale indiziato del crollo negli Stati Uniti di un settore strategico per l’economia.
L’ultimo allarme arriva dall’agenzia di rating americana Fitch, secondo cui il tasso di deafult del settore è salito a metá giugno a 2,9% contro l’1,8% di fine giugno. Per l’agenzia di rating internazionale, gli annunci di chiusure non sono terminati. Entro fine anno, dovrebbero chiudere i battenti anche la catena Claire e Nine West Holdings, mentre il tasso di default dovrebbe salire al 9%.
Dopo l’ondata di fallimenti che, nel 2016, aveva colpito il settore energetico, (21% dei ricorsi al Chapter 11), nella prima parte del 2017, i due comparti che più sono stati colpiti dal fenomeno dei fallimenti sono stati i finanziari e i consumi discrezionari.
Le stime di Fitch si aggiungono a quelle recenti rilasciate da Credit Suisse secondo cui saranno ottomila e seicento i punti vendita destinati alla chiusura entro la fine dell’anno, con una superficie commerciale di 13,6 milioni di mq. A questo va aggiunto l’ammontare dei fallimenti di catene retail statunitensi, già dieci nell’anno in corso, e la perdita in media nel settore di 9mila posti di lavoro negli Stati Uniti.