MILANO (WSI) – I mercati subiscono gli effetti negativi dell’incertezza e del nervosismo scaturiti dalla storica decisione del Regno Unito di dire addio all’Unione europea con il referendum Brexit. L’azionario globale rimane preda di una grande paura per il futuro del settore bancario e dell’economia. Se in Europa i sell hanno dominato, in Asia i listini principali di riferimento sono invece riusciti ad arginare le perdite e in alcuni casi, come quello della Borsa di Tokyo, a chiudere anche in solido rialzo. Piazza Affari ha ceduto più del -12% in sole due sedute.
Da segnalare che Borsa Milano è stata tra i listini peggiori sia oggi sia lo scorso venerdì, con la perdita peggiore della sua storia, superiore a -12%. Oggi il Ftse MIB ha perso il 3,86% con Unicredit e Intesa Sanpaolo che sono state sospese per eccesso di ribassi. Parigi e Francoforte hanno perso il 3% circa, mentre Londra ha chiuso a -2,58%. Per l’indice di riferimento dell’azionario europeo, lo Stoxx Europe 600, la flessione di venerdì (-8,62%) è stata la più sostenuta di sempre, peggiore anche del periodo successivo al crac di Lehman Brothers. Neanche il panico post attentati alle Torri Gemelle dell’11 settembre del 2001 aveva provocato un tale disastro. A livello globale, le perdite di venerdì scorso hanno mandato in fumo 2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato a livello globale. A perdere soldi sono state questa volta anche le mani forti che si erano posizionate per una vittoria del fronte dei Si all’Europa (Remain).
Sul valutario, la sterlina continua a essere attaccata dalle vendite e si attesta attorno a $1,34. Vendite ancora sull’euro, che spende sotto $1,11. L’avversione al rischio porta gli investitori a scegliere ancora lo yen, con il rapporto di cambio dollaro-yen che buca al ribasso JPY 102. Nonostante l’apprezzamento della valuta, la borsa di Tokyo riesce a chiudere in rialzo +2% circa.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio è molto debole, e sia il contratto WTI che il Brent oscillano attorno a $46 al barile. Ben comprato l’oro, bene rifugio per eccellenza, che si attesta a un valore superiore a $1.330 l’oncia. Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund è reduce da un rally boom, a a fronte di tassi sui BTP decennali attorno all’1,54%.
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