MILANO (WSI) – Torna l’avversione al rischio, sia per le continue tensioni geopolitiche, protagonista l’attentato a Jakarta, che per i timori onnipresenti sul futuro del petrolio e della Cina. Come se non bastasse, poi, in Europa si teme un nuovo scandalo Volkswagen.
Scoppia infatti il caso Renault, che scatena una pioggia di vendite sui titoli del settore auto, portando le Borse di Parigi e di Francoforte a scivolare oltre -3%. Il titolo del colosso automobilistico francese ha ceduto più del 20%.
Borsa Milano attaccata dalle vendite, con il Ftse Mib che precipita oltre -2% ma riduce i cali nel finale grazie ai solidi rialzi delle banche popolari. Attenzione soprattutto su titoli come BP e BPM, protagoniste del risiko sulle popolari . Sale anche MPS.
Nel pomeriggio vengono diffuse le minute della BCE, che confermano la possibilità che l’istituto guidato da Mario Draghi tagli ulteriormente il tasso sui depositi, già negativo. Nelle minute, si legge infatti che, con l’inflazione ancora in pericolo e ben lontana dal target, la Bce avrebbe potuto tagliare ulteriormente il tasso nell’ultima riunione del 2015. La pubblicazione delle minute della Bce ha provocato forti smobilizzi su oro e argento.
FCA sospesa per eccesso di ribasso, poi rientrata nelle contrattazioni con uno scivolone fino a quasi -10%. Il titolo ha ceduto più del 18% dal giorno successivo alla quotazione, a Piazza Affari, di Ferrari.
Su FCA pesano, oltre allo smorzarsi dell’appeal speculativo sulla possibilità di essere attiva nel mercato delle operazioni di fusioni e acquisizioni, e oltre al fattore Renault, la notizia di Automotive News, secondo cui due concessionarie Usa avrebbero denunciato l’azienda per pratiche di falsificazione delle vendite di auto mensili.
Il mercato sconta il dubbio che FCA possa aver pagato incentivi ai rivenditori per riportare vendite di auto gonfiate. Anche il titolo Ferrari fa un brusco dietrofront, viene sospeso per eccesso di ribasso con un calo teorico di quasi -5%.
Pioggia di vendite in Asia, con l’indice di riferimento MSCI Asia Pacific che è crollato al minimo in tre anni, sulla scia delle preoccupazioni per il trend del petrolio e il rallentamento della Cina. L’indice MSCI Asia Pacific Index è scivolato fino a -1,9%, portando la flessione del 2016 a -8,7%, con il listino giapponese Topix che nei minimi di giornata è crollato oltre -4%, testando i valori più bassi da settembre. L’indice Nikkei ha chiuso in calo -2,68% a 17.240,95 punti.
Borsa Shanghai +1,96%, dopo aver oscillato sui minimi testati nell’agosto del 2015. Vendite sul listino di Jakarta Composite, scivolato -1,7% dopo il più grave attacco terroristico che ha colpito la capitale indonesiana da almeno il 2009.
Sul valutario euro in rialzo, recuperra la soglia di 1,09 dollari. Dollaro/yen giù, sotto JPY 118, attorno a JPY 117,52.
Tra le materie prime, i futures sull’oro sotto pressione, ma rimangono sopra la soglia di $1.090 l’oncia.
Petrolio in recupero, sia il contratto WTI che il Brent Crude viaggiano oltre quota $30 al barile.
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