Il crollo del Nasdaq di martedì sta provocando, al di là degli andamenti dei listini, un onda lunga in tutta Europa sui collocamenti e sulle offerte di società high-tech che si preparavano al debutto in Borsa.
La debacle dei titoli della new economy hanno fatto sì che nel giro di pochi giorni gli aspiranti al mercato si sono ritirati o hanno rinunciato ad espandersi.
Alcuni casi esemplari emersi nelle ultime ore.
Già Deutsche Telekom si era accontentata per il suo portale Internet -T-Online- di una quotazione in borsa inferiore alle aspettative. 26-32 euro rispetto ai 35-50 sperati.
In Gran Bretagna invece, proprio oggi, Tempus Group (settore Media), ha rinunciato al debutto azionario della propria agenzia di pubblicità via Internet, la Outrider.
La giustificazione ufficiale è la seguente:”separare la divisione dal resto del Gruppo sarebbe stato contro gli interessi strategici di medio-lungo periodo”. Ma nella City si dice che la ragione è da attribuire al crollo dei titoli Internet.
Anche in Francia, la Internet FI System ha rinunciato alla vendita di un pacchetto azionario che le avrebbe permesso di raccogliere soldi freschi per 170 milioni di euro.
Sempre da Parigi arriva la notizia che la Wavecom (sistemi per la telefonia mobile) ha rimandato a data da definirsi la vendita sul mercato del 13% del capitale. Il titolo aveva perso il 54% in borsa.
In Olanda invece la società Neweconomy ha abdicato dal debutto all’Euro.NM. Previsione dell’operazione 100 milioni di euro.
Perfino il Fondo di investimento Internet francese “Europ At Web” non è più così sicuro di collocarsi al Nouveau Marche di Parigi entro l’estate.
Secondo il “Financial Times” in Gran Bretagna 36 società ad alta tecnologia si preparano all’ingresso in Borsa entro fine Maggio, ma sostiene un banchiere intervistato “scommetto che non più di 6 arriveranno sul mercato, in questo condizioni io non avrei fretta.”