NEW YORK (WSI) – La vittoria del candidato repubblicano Donald Trump martedì scorso sulla democratica Hillary Clinton nella corsa alla Casa Bianca rischia di mettere la parola fine all’andamento positivo trentennale delle obbligazioni Usa. È l’opinione corrente al momento sul mercato, alla luce delle attese di un’impennata dell’inflazione a seguito delle politiche volte alla crescita promesse dal neo presidente. Sui mercati mentre il Dow Jones continua a macinare record (leggi live blog di Borsa), il mercato del reddito fisso è in preda alle vendite.
Una crescita dell’inflazione rischia infatti di spostare gli investimenti dall’universo del reddito fisso alle azioni. Un assaggio di questa inversione di tendenza si è d’altronde avuta già la scorsa settimana, quando i fondi comuni e gli etf obbligazionari hanno perso 17,7 miliardi di dollari di valore a causa delle forti vendite che si sono scatenate sui bond dopo la vittoria contro pronostico di Trump. La somma è quella stimata dal sito finanziario Marketwatch (dello stesso gruppo del Wall Street Journal e dell’agenzia Dow Jones) sulla base dei dati aggregati Bloomberg-Barclays e Morningstar.
A questo proposito, un gruppo di economisti di Bank of America Merrill Lynch si aspetta ora che i bond continuino a scendere, dal momento che Trump e il Congresso controllato dai Repubblicani avvieranno una politica di taglio dei tassi e finanzieranno progetti di tipo infrastrutturale per 500 miliardi di dollari. Con la conseguenza che aumenterà il deficit americano assieme all’inflazione. “Questo porterà a tassi più alti e a un dollaro più forte che andranno di pari passo”, ha scritto David Woo, a capo del team macro di Bofa Merrill Lynch.
Nel dettaglio, gli analisti di Goldman Sachs e BAML si aspettano che i rendimenti dei T-bond a 10 anni saliranno al 2,5% a fronte del 2,11 della chiusura di giovedi scorso (il mercato e’ stato chiuso venerdì per il Veterans Day)
Secondo calcoli di Bloomberg, la settimana scorsa il sell off sui bond ha cancellato 1.200 miliardi di dollari di valore nell’obbligazonario, aggiungendo nel contempo mille miliardi al comparto azionario.
Oggi all’inizio della seduta di contrattazioni a New York, gli yield decennali, benchmark del settore, sono arrivati al 2,31%, prima di rallentare il passo all’attuale 2,245%, comunque in rialzo dal 2,15% della chiusura precedente. Gli yield trentennali hanno superato la soglia del 3% per la prima volta da gennaio, per poi riscendere, quelli a due anni sono saliti sopra l’1%, il massimo di quest’anno, prima di ritracciare leggermente.