IL CAIRO (WSI) – “Ci hanno sparato mentre eravamo in ginocchio”. Un altro indica il sangue sulle coperte. Sono i primi testimoni della strage consumata alle prime ore del mattino di ieri. In un servizio video di Sky Tg 24 si vedono i segni di una battaglia violenta, che ha fatto 50 morti.
Le cariche delle forze di sicurezza sono state senza pietà e ora i Fratelli Musulmani e la comunità islamica egiziana chiedono vendetta.
L’attacco dell’esercito contro i manifestanti pro Morsi ha scatenato le proteste dei sostenitori del presidente deposto, il primo eletto democraticamente, dopo il colpo di stato militare.
Dopo il massacro, è stato indetto un comizio anti militari durante il quale i Fratelli Musulmani hanno lanciato un appello a scendere in piazza martedì in tutto il paese.
Morsi è stato eletto con la metà dei voti. Alle urne si è recato un quarto della popolazione. Il presidente ad interim Mansur ha dettato la road map per il piano di transizione: entro 15 giorni una commissione costituente per cambiare la Costituzione, poi seguirà un referendum per approvare le modifiche. A quel punto nuove elezioni parlamentari e presidenziali nel 2014.
Il governo di transizione ha promesso che resterà la sharia come legge fondante, come ai tempi di Mubarak. Ma il mondo arabo egiziano continua a parlare di intifada e di “militari golpisti” che hanno sparato sulla folla senza motivo.
A un anno e mezzo dalla primavera araba, il paese mediorentale rischia di scivolare in una sanguinosa guerra civile.