NEW YORK (WSI) – “Il mercato continua a scommettere su tre eventi, che molto probabilmente, non si avvereranno: ovvero una crescita globale elevata ed equilibrata, l’assenza di errori di politica e la capacità la prevenire incidenti di mercato. Per quanto auspicabili, la triste realtà è che tali scommesse rischiano di rivelarsi estremamente rischiose per le generazioni attuali e future”. La pensa così Mohamed A. El-Erian, chief economic adviser di Allianz che, in un articolo pubblicato su MarketWatch, smonta uno ad uno questi assunti.
Partiamo dalla crescita. Secondo El Erian, se è vero che gli Stati Uniti e la Cina sono ben posizionati rispetto ad altri paesi per centrare le stime di crescita in circolazione in questo periodo, rispettivamente del 3 e del 7%, ben più difficile è pensare che Europa e Giappone possano evitare la deflazione e crescita stagnante. “La zona euro, il Giappone e alcuni mercati emergenti dovrebbero trovare nuovo motori di crescita. Non solo. E’ necessario che Eurolandia rafforzi il processo di integrazione”.
La seconda componente della scommessa collettiva – ovvero l’assenza di errori politici– appare per El Erian altrettanto tenue. Le politiche non convenzionali adottate dalle banche centrali, in particolare nei paesi avanzati, hanno l’obiettivo di ridurre la volatilità , garantiro la stabilità economica, dando allo stesso tempo più tempo ai governi di progettare e fornire una risposta politica più adeguata alla crisi. In pratica – spiega El Erian – questo approccio si fonda sulla speranza che l’aumento delle valutazioni di mercato possano rilanciare i consumi e gli investimenti.
La realtà è che l’attuale configurazione economica nel mondo sviluppato risulta fortemente divergente. E il forte apprezzamento del dollaro ha assunto il ruolo di ammortizzatore. La storia ha dimostrato che forti oscillazioni nel mercato valutario possono causare instabilità economica e finanziaria.
La terza scommessa errata è la convinzione che l’eccesso di rischi sia svanito. Un lungo periodo di politica monetaria finalizzata a contenere la volatilità del mercato fa sentire gli investitori al sicuro, potendo contare sull’appoggio incondizionato delle banche centrali. “Ma questo appoggio ha i giorni contati. Il fatto è che le banche centrali non hanno gli strumenti per garantire una crescita rapida, sostenibile ed equilibrata. Quello che possono fare è creare un ponte verso un fase più stabile; spetta poi ai responsabili di politica economica fornire gli strumenti per una crescita duratura. Un ponte verso il nulla, rischia di crollare” . (mt)