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Elezione Quirinale, oggi giornata decisiva?

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Inizia oggi a Roma la quinta seduta congiunta delle Camere per l’elezione del presidente della Repubblica. Dopo 4 giorni in cui le principali forze politiche non sono riuscite a trovare ancora un’intesa su un nome condiviso a causa di veti incrociati, le forze di centro destra sembrano intenzionate a portare oggi in aula un loro candidato.

Secondo indiscrezioni filtrate in queste ore potrebbe essere la presidente del Senato Elisabetta Casellati o l’ex magistrato di Venezia Carlo Nordio. Per l’elezione del presidente è necessaria una maggioranza di 505 voti che al momento nessuno degli schieramenti in campo ha sulla carta. Senza considerare la possibilità dei franchi tiratori.

Elezione Quirinale, lontana un’intesa per Draghi al Colle

Per il momento l’ipotesi di trovare un accordo sul nome di Mario Draghi (il preferito da un sondaggio tra i lettori di Wall Street Italia) per la sua ascesa al Colle sembra ancora lontana. Una decisione che implica a cascata la formazione di un nuovo governo, con un nuovo premier e forse anche il rischio di elezioni anticipate (volute soprattutto da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni). Una mossa che richiede uno sforzo ulteriore alle forze politiche in campo che al momento non sembrano in grado di sostenere.

Nella giornata di ieri il capo del governo ha fatto filtrare una smentita alla tesi secondo cui condizionerebbe la sua permanenza al governo all’elezione di questo o quel presidente della Repubblica. O la tesi secondo cui, indispettito da una mancata ascesa al Colle, lascerebbe l’incarico da premier. La sua disponibilità a servire le istituzioni rimane intatta.

L’elezione al Quirinale di un presidente della Repubblica con una maggioranza diversa da quella che ha portato Draghi a Palazzo Chigi rappresenterebbe un’anomalia che potrebbe riflettersi negativamente sull’azione del governo nei prossimi mesi.

Nel frattempo lo spread BTP/Bund, il termometro dei mercati, è salito a 140 punti nella giornata di ieri, segno che gli investitori iniziano a mostrare un certo nervosismo sullo stallo che sta paralizzando la politica italiana.