Piazza Affari corre nei due mesi precedenti l’insediamento di un nuovo esecutivo eletto, mentre perde terreno nei mesi successivi. In vista delle elezioni anticipate, gli analisti di Intermonte provano a tracciare il comportamento della Borsa italiana. E lo fa in una lunga analisi in cui viene messo sotto osservazione l’indice Comit dal 31 dicembre 1972, giorno in cui era in carica il secondo Governo Andreotti.
Ecco i risultati principali:
1 – In media nei due mesi prima dell’insediamento dei nuovi Governi nati da elezioni politiche l’indice Comit ha guadagnato il 5,5%, e nel mese precedente all’inizio del mandato il 3,2%. Le migliori “performance” pre-insediamento si sono verificate nei due mesi prima del giuramento del Governo Forlani del 18 ottobre 1980 (+41%), del D’Alema II del 22 dicembre 1999 (+22,7% in piena bolla internet) e dell’Andreotti VII del 23 aprile 1991 (+12,7%).
2- Una recente analisi di Goldman Sachs evidenzia infatti come il mercato generalmente si attivi per la copertura del rischio politico circa due mesi prima dell’evento.
“Se adottiamo questo schema temporale – si legge nel report – alle date prevedibili di una eventuale chiamata anticipata alle urne, il periodo a rischio in Italia si potrebbe porre tra la fine di luglio e la fine di agosto”.
3 – Nei due mesi successivi all’insediamento dei nuovi Governi, invece, dal 1973 storicamente l’indice Comit ha perso il 3,6% (con il primo mese chiuso a -2,7%): lo scostamento tra i due mesi precedenti l’avvio del nuovi mandati post-elettorali e i due seguenti è in media dell’8,8%.
“In questo contesto il mercato ha applicato statisticamente il più classico dei “sell on news” ha spiegato nella nota Massimo Saitta, direttore investimenti di Intermonte Advisory e Gestione, che sottolinea anche come dagli anni Novanta in poi in media le escursioni si siano ridotte e come le performance post-insediamento mostrino un andamento solo marginalmente positivo.