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Elezioni anticipate Italia: analisti divisi sui rischi. Investitori no: fuga da Btp

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Voto anticipato sí, voto anticipato no. Mentre prende piedi l’ipotesi di anticipare le elezioni già questo ottobre, gli analisti politici si dividono in due blocchi tra chi vede l’opzione come auspicabile e chi invece la considera un boomerang per via delle implicazioni economiche. Potrebbero aumentare le tensioni sul mercato del debito, con i tassi sui Btp visti in aumento per effetto di una fuga dai titoli di Stato italiani.

Nella schiera di chi si dice favorevole, Alessandro Rosina , docente di Economia alla Cattolica di Milano, che secondo quanto ha spiegato alla Stampa:

“L’Italia ha assoluto bisogno di un governo con una forte legittimazione popolare, che possa prendere decisioni importanti sul modello di sviluppo, per uscire dalla crisi. Finora abbiamo visto tentativi di tamponare gli effetti della crisi, ma nessuna svolta, e il tempo sta scadendo”. Il fatto che le elezioni possano svolgersi durante l’approvazione della legge di Bilancio, pone, secondo Rosina “controindicazioni, ma nessuna di queste può produrre conseguenze ingestibili”.

Di opinione diversa è Maurizio Ferrera, dell’ Università Statale di Milano, secondo cui

“Votare nel pieno della sessione di bilancio – ha detto al quotidiano torinese – comporterebbe gravi rischi per l’Italia. Con un sistema elettorale proporzionale, il rischio è di restare per alcuni mesi senza governo e di essere nuovamente colpiti dalla speculazione internazionale sul nostro debito, in un momento in cui il QE della Bce potrebbe iniziare a ridursi”

Intanto, ieri, in un’intervista al Messaggero, il segretario del Pd Matteo Renzi ha fatto sapere che “Il Pd non chiede le elezioni anticipate. Ma non le teme“. Negli ultimi tempi sta prendendo piede l’ipotesi di un sistema elettorale alla tedesca, che vorrebbe quindi dire tornare al proporzionale puro con soglia di sbarramento al 5%. 

Certo, sottolinea l’ex presidente del Consiglio, “votare con Berlino (a settembre, ndr) avrebbe un senso per molti motivi a livello europeo e consentirebbe al nuovo Parlamento di impostare senza perdere nemmeno un giorno cinque anni di politica economica. Dopo le elezioni tedesche e fino al voto, l’Italia sarà l’osservata speciale dei mercati. L’eventuale anticipo del voto non genera l’incertezza, la riduce. Tuttavia non saranno i mercati a decidere che cosa faremo, ma il presidente della Repubblica”.

Elezioni, rischio vittoria M5S: è fuga dai Btp

Le date che si citano maggiormente sui giornali in questi giorni sono il 24 settembre e il 22 ottobre. Il MoVimento 5 Stelle vorrebbe però che le elezioni si svolgessero entro il 15 settembre, possibilmente il 10, per evitare lo scatto dei vitalizi per 608 dei 945 parlamentari.

Come sottolineato da Ferrera, tuttavia, votare in autunno è sconsigliabile dal momento che è proprio entro il 27 settembre che deve essere ultimata e consegnata la nota di aggiornamento al DEF (il Documento di Economia e Finanza). Il Draft Budgetary Plan (lo schema dettagliato della legge di bilancio) è invece da far recapitare a Bruxelles entro metà ottobre, prima che la legge di bilancio arrivi in parlamento.

“C’è un piano di bilancio da passare, ma se l’accordo sulla legge elettorale tiene, penso che ci saranno elezioni anticipate in autunno”, ha detto a Reuters una fonte della presidenza della Repubblica.

Dai numeri pubblicati da EPFR Global relativi alla settimana conclusasi il 24 maggio si scopre che al contrario degli analisti gli investitori sono “allineati” e iniziano a scontare una possibile vittoria del MoVimento 5 Stelle. Sui mercati è già in atto, difatti, una fuga dai Btp. Il rendimento è salito al 2,18% quest’oggi sul secondario.

I flussi di denaro sono usciti dai fondi obbligazionari italiani per la 14esima settimana nelle ultime 15 settimane. Gli investitori hanno riscattato 133 milioni di dollari e “temono ancora che le regole europee e dell’Eurozona, che limitano la capacità del paese di salvare con un bail-out il suo sistema bancario (dando la priorità all’istituto del bail-in) e di stimolare la sua economia, possano gettare le basi per un rafforzamento del populismo”.