Steve Bannon, l’ex capo stratega di Donald Trump e ora ideologo di punta del sovranismo “globale”, avrebbe incontrato a Roma il vicepremier Luigi Di Maio. Lo affermano fonti venute a contatto con politico.eu.
Il capo politico del Movimento 5 stelle ha condotto i pentastellati verso posizioni assai meno euroscettiche rispetto a quelle degli esordi, ma la critica all’Unione europea resta terreno di battaglia comune con la Lega e con Fratelli d’Italia, due formazioni che già hanno aderito al gruppo The Movement di Bannon.
L’obiettivo del gruppo (non è un partito, ha sottolineato il fondatore del sito vicino all’alt-right americana Breitbart) è conquistare alle prossime elezioni un numero di seggi nell’Europarlamento tale bloccare maggioranze qualificate su ulteriori processi d’integrazione. Giorgia Meloni e Matteo Salvini avevano già incontrato in precedenza il “guru dei sovranisti”, all’appello mancavano solo i Cinque Stelle.
Altro che isolamento, secondo Bannon l’Italia è “il centro dell’universo politico”, quantomeno quello che fa capo al movimento internazionale dei partiti che puntano al recupero delle prerogative nazionali in termini di gestione del budget, della politica migratoria e molto altro ancora.
“Un partito populista con tendenze nazionaliste come i Cinque Stelle e un partito nazionalista con tendenze populiste come la Lega … è imperativo che funzionino assieme perché questo mostrerebbe un modello per le democrazie industriali dagli Stati Uniti all’Asia”, ha dichiarato Bannon.
Il M5s, che siede all’Europarlamento nel partito euroscettico guidato dallo Ukip di Nigel Farage, da non confondere con quello capitanato da Marine Le Pen, non ha ancora aderito a The Movement. E non è ancora chiaro se questo avverrà.