Diem25, la formazione progressista transnazionale fondata Yanis Varoufakis, ha confermato che si presenterà alle Elezioni europee di maggio, avviando per la prima volta una lista che presenterà in tutta Europa lo stesso programma e gli stessi candidati. Lo scopo di Diem25 è portare in Europa un “New deal” che rimetta al centro una serie di politiche sociali che non possono prescindere, nel lungo periodo, dal riassetto dei trattati europei.
Allo stesso tempo, il movimento si posiziona in modo antitetico al sovranismo. Vengono ribadite l’ostilità ai confini duri, come risposta alle migrazioni, e al protezionismo, come soluzione alle difficoltà della competizione internazionale.
L’ex ministro delle Finanze greco, 57 anni, aveva guadagnato ampia notorietà all’apice della crisi fra il governo Tsipras e l’Unione europea. Varoufakis, infatti, è diventato simbolo della sfida che Atene mosse contro la Troika. Una sfida perduta, per la verità. Dopo aver compreso che il governo Tsipras avrebbe disatteso le richieste del popolo greco, che aveva respinto l’austerità attraverso un referendum, Varoufakis si dimise dalla carica di ministro.
Varoufakis, simbolo della sfida contro troika e austerity
Era il 6 luglio 2015. Da allora, Varoufakis si è fatto promotore del dibattito sugli attuali limiti dell’Unione europea, a partire dall’atteggiamento punitivo che la Troika avrebbe avuto nei confronti della Grecia.
“Ha scatenato una corsa agli sportelli prima che fossi nominato ministro, che ha minacciato di chiudere le banche per tre giorni dopo la mia nomina ha proceduto a strangolare il nostro sistema bancario”, aveva scritto nel 2016 l’ex ministro, sul suo blog, commentando la chiusura dei rubinetti da parte della Bce.
Ne ha discusso anche in un libro, “Adults in the Room: My Battle with Europe’s Deep Establishment“. Nel testo sostiene che l’allora ministro tedesco dell’Economia ammise che l’austerity avrebbe portato alla rovina il popolo greco. Ma che era indispensabile per salvare l’euro. Sembra che persino l’allora presidente Usa Barack Obama gli confidò che “l’austerity fa schifo“.
Di fronte alla crisi bancaria greca, Varoufakis rivendica di aver combattuto una battaglia a viso aperto. Celebre la battuta con la quale l’allora ministro delle Finanze definì i piani di austerità richiesti da Bce e Fmi fra 2010 e 2014 ‘waterbarding fiscale‘.
“La stampa dell’establishment sosteneva che un ministro delle finanze di una piccola nazione in bancarotta che viene torturata dai funzionari alti e possenti della Troika non poteva permettersi di dire, in pubblico o in privato, che la sua piccola nazione era sotto tortura”, ebbe a dire Varoufakis tempo dopo.
Miglioramenti anche senza cambiare i Trattati europei
Per l’ex ministro greco, ci sono proposte che possono essere implementate senza cambiamento dei trattati e cominciare a portare ossigeno alle economie europee. In particolare, ha spiegato Varoufakis in un’intervista a David Broder di Jacobin, andrebbe avviata una decisa emissione di bond da parte della Banca europea per gli investimenti, per 500 miliardi l’anno.
Per mantenere stabili i rendimenti di questi bond, sarebbe sufficiente che la Bce si impegnasse ad acquistarli se il mercato li dovesse “punire”. Cosa finanziare tramite questi bond? Ad esempio, infrastrutture verdi e energia sostenibile.
Ma sulla necessità di una dimensione europea per le soluzioni e non stato-nazionale, Varoufakis è convintissimo: “Il problema con Jean-Luc Mélenchon e il motivo del nostro disaccordo deve essere il fatto che quando si inizia a parlare di tornare nello stato-nazione, si soffia vento fresco nelle vele di Le Pen. Gli unici che oggi beneficeranno della disintegrazione dell’Unione europea sono le forze della destra. Ne siamo assolutamente convinti”.
Le proposte per l’Europa di DiEM 25
Le proposte che Diem25 ritiene più urgenti nel breve periodo sono:
- la nuova piattaforma pubblica per i pagamenti digitali, che pone termine al monopolio delle banche sui pagamenti europei;
- una ripresa trainata dagli investimenti ecologici: collegare la banca centrale con veicoli d’investimento pubblici e con le nuove piattaforme di pagamento digitale pubbliche;
- il programma contro la povertà e la moratoria degli sfratti che è parte del programma per la casa;
A questi primi provvedimenti si aggiungono, subito dopo:
- un programma di garanzia del lavoro;
- il coordinamento fra politiche monetarie e fiscali dei paesi dell’eurozona e fuori dall’eurozona per massimizzare la ripresa europea.