Marine Le Pen le sta tentando tutte per racimolare più voti possibili dalla destra conservatrice e moderata, così come anche dell’ala più a sinistra anti capitalista, anti establishment e critica della globalizzazione. Dopo essersi dimessa dalla segreteria suo partito, il Front National, per dimostrare di essere il candidato del popolo e non di un partito in particolare, Le Pen ha deciso di spingersi ancora più in là nel tentativo di ridurre il margine di ritardo sul favorito alla presidenza Emmanuel Macron.
Durante il comizio tenuto ieri a Villepinte, prima dell’atteso dibattito tv di domani, la candidata del Front National al ballottaggio delle presidenziali francesi ha copiato almeno quattro passaggi di un discorso tenuto il mese scorso da Francois Fillon, l’ex premier e leader del partito dei Repubblicani sconfitto al primo turno con circa il 20% delle preferenze contro il 21,3% di Le Pen.
Lo scorso 15 aprile il candidato del centro destra aveva evidenziato la geografia della Francia, in particolare le “frontiere terrestri: innanzitutto i Pirenei, che immettono la Francia in questo grande insieme che è il mondo ispanico e latino. La frontiera delle Alpi, verso l’Italia nostra sorella, e da lì l’Europa centrale, balcanica e orientale”.
Ebbene ieri Le Pen, che sta cercando di conquistare una fetta sempre più importante dell’elettorato conservatore, ha ripetuto le stesse frasi, quasi parola per parola, lodando a sua volta “le frontiere terrestri: i Pirenei che immettono la Francia in questo grande insieme che è il mondo ispanico e latino. Le nostre Alpi, che si aprono verso l’Italia nostra sorella e da lì verso l’Europa centrale, balcanica e orientale”.
Sono le stesse frasi sulla lingua francese pronunciate anche da Fillon: “Se si impara la nostra lingua, a volte a caro prezzo, in Argentina e in Polonia, se esistono liste di attesa per iscriversi all’Alliance francaise di Shanghai, Tokyo, Città del Messico, o presso il liceo francese a Rabat come di Roma, se Parigi è la principale destinazione turistica del mondo, è perchè la Francia non è solo una potenza industriale, agricola o militare”.
Su Twitter il video ha fatto il giro dei social media e su Twitter le prese in giro non sono mancate: “per parlare di Francia Marine Le Pen è costretta a plagiare ‘parola per parola’ un discorso di (Francois) Fillon”, dice Ridicule Tv usando l’hashtag #imposture pic.twitter.com/BasTJsgLWf”
— Ridicule TV (@RidiculeTV) May 1, 2017
Repubblicani contro Le Pen, ma no a endorsement chiaro su Macron
Il partito Repubblicano ha invocato compatto di votare contro Le Pen, ma non tutti i suoi esponenti hanno avuto il “coraggio” e la “forza politica” di chiedere espressamente di votare Macron. Lo hanno fatto invece lo stesso Fillon e l’ex presidente Nicolas Sarkozy. In Francia la scheda bianca o l’astensione non vengono contabilizzati ma rischiano in questo caso di favorire Le Pen, che può contare su una base elettorale molto forte.
Sia Fillon che Le Pen hanno indicato una terza via “francese” per il XXI secolo: “La via della cultura, del dubbio, della discussione, del compromesso, del dialogo, della via dell’equilibrio, della libertà degli individui e dei popoli”. Se per Fillon questa è un’alternativa al nazismo e allo stalinismo per Le Pen è un’alternativa alla “globalizzazione” e “all’ideologia islamista”.
Infine, Le Pen ha citato, come aveva fatto anche Fillon, le stesse due frasi del premier Georges Clemenceau e dello scrittore Andre Malraux.
Interpellato dalla France presse, il vicepresidente del Front National, Florian Philippot, ha detto che si è trattato di un “cenno di un breve passaggio di un discorso sulla Francia” da parte di “un candidato che dimostra di non essere fazioso”.
Sondaggi: Macron in testa ma Le Pen accorcia le distanze
Nei sondaggi Macron, che si è aggiudicato il primo turno con il 24% delle preferenze, resta ampiamente in testa in vista del ballottaggio del 7 maggio per le elezioni presidenziali in Francia, ma ha perso comunque due punti percentuali rispetto alla sua avversaria Le Pen. Il leader del movimento centrista En Marche! è accreditato del 59% dei voti, contro il 41% della leader del Front National, secondo l’ultimo sondaggio di Kanter Sofres-OnePoint per Le Figaro ed Lci.
“A cinque giorni dal secondo turno delle presidenziali, il divario si sta riducendo tra i due finalisti, che erano accreditati rispettivamente del 61% e del 39% dei voti nel precedente sondaggio dello stesso istituto”, fa notare Le Figaro.
Il sondaggio è stato realizzato online dal 28 al 30 aprile, su un campione di 1.539 persone registrate nelle liste elettorali, secondo il metodo delle quote. Fillon era il grande favorito nella corsa all’Eliseo prima che scoppiasse lo scandalo Peneleopegate sui presunti impieghi fittizi concessi a moglie e figli del vincitore delle primarie dell’LR.