ROMA (WSI) – Il conto alla rovescia è iniziato. I cittadini italiani si recheranno alle urne domenica 24 e lunedì 25 febbraio per scegliere il candidato che sperano riesca a traghettare l’Italia dalla spirale recessiva in cui la sua economia è scivolata ormai da anni.
Molti resteranno a casa, visto che dagli ultimi sondaggi, a vincere sembra essere proprio l’astensionismo. L’esercito degli indecisi è poi molto forte e l’esito di queste elezioni politiche rischia di concludersi con un “governissimo”, una Grossa coalizione guidata da Mario Monti. E’ davvero improbabile che qualcuno, alla fine, dica: il dado è tratto.
Rischio, in caso di vittoria di Silvio Berlusconi, di un vero e proprio massacro dell’Italia, con previsioni che parlano di crollo dei Btp e di uno spread fino a 700 punti base. Si valuta nel frattempo la fattibilità delle varie promesse elettorali.
Anche il Financial Times si occupa del tema, con un articolo firmato dalla penna di Wolfgang Munchau, dal titolo “Expect the unexpected in Italy’s election”, ovvero “aspettatevi l’inatteso nelle elezioni italiane”.
L’articolo rievoca lo spettro del governo Prodi, “ex presidente della Commissione europea, che vinse alla fine per 25.000 voti, o lo 0,1% dell’elettorato” e che “fece molte promesse, per fare alla fine molto poco”. L’epilogo fu disastroso, con Prodi che perse la fiducia al Senato e il suo governo che collassò. Berlusconi tornò e riprese le redini del potere. “Potrebbe accadere di nuovo la stessa cosa? Questa volta a Pier Luigi Bersani, leader dei Partito Democratico?”, si chiede il giornalista. La risposta è affermativa.
“Se i sondaggi sono esatti, l’Italia è destinata a rivivere l’esperienza del governo Prodi. Bersani guiderà una coalizione che potrebbe includere diversi politici: i conservatori di Mario Monti e dei suoi alleati dell’Udc, che avevano governato con Berlusconi, con il risultato che viene naturale “sospettare che la destra emergerà come il grande vincitore di queste elezioni”.
Munchau sospetta di fatti che “o Berlusconi riuscirà ad assicurararsi un trionfo (reputato comunque improbabile) o la destra si riunirà ed emergerà alla stregua di una forte opposizione anti-austerity, auti-euro, opposizione contro un governo debole e diviso. Tuttavia, vista l’indecisione di molti elettori,
è possibile che ci sia un risultato sorprendentre in entrambe le direzioni”.
Nella maggioranza guidata da Bersani ci sarebbe anche Sel, guidata da Nichi Vendola, il che creerebbe un forte gap ideologico, viste le posizioni di Monti.
Il giornalista scrive anche: “Un ulteriore fattore di incertezza è il cambiamento nel ruolo dei media”, con i quotidiani che hanno perso gran parte del loro potere di condizionamento e i social network e i siti internet che stanno diventando sempre più importanti”. Questi influiranno molto nelle scelte degli elettori più indecisi.
L’Italia, detto questo, si è lasciata sfuggire una chance di cambiamento nella politica, con le primarie del centrosinistra che hanno decretato la sconfitta di Matteo Renzi: se Renzi non avesse perso, il paese avrebbe potuto essere oggi alla vigilia di una vittoria di una sinistra moderna, che, scrive Munchau, “ritengo sia l’unica soluzione capace di fornire un mix giusto di politica: riforme strutturali senza austerity”.
Bersani, tuttavia, aveva un apparato di partito dietro di lui, e ha sconfitto Renzi. Conclude Munchau: “Bersani potrebbe apparire come una scelta sicura e ragionevole. Anche Monti. Ma ricordate: anche Prodi sembrava tale nel 2006”.
Société Générale va ancora più in là e afferma che “Silvio Berlusconi potrebbe davvero vincere”, esprimendo tra l’altro tutta la sua preoccupazione e riprendendo le parole del Financial Times, secondo cui una prospettiva del genere sarebbe un disastro per l’Italia. “Gli ultimi sondaggi resi noti l’8 febbraio hanno indicato che una vittoria di Berlusconi è ancora improbabile ma, fvisti i trend precedenti dei sondaggi e gli elettori che sono ancora indecisi, uno scenario del genere non può essere escluso del tutto”.