Economia

Elezioni Germania: con vittoria libraio Schulz cambia tutto

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In Germania, l’irruzione di Martin Schulz nella politica interna ha sconvolto in pochi giorni tutti gli equilibri. “Schulz – come scrive Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos nella sua consueta newsletter settimanale il Rosso e il Nero – non si limita a scavalcare agilmente la Merkel nei sondaggi sulla cancelleria (50 per cento lui, 34 lei) ma riesce nel miracolo impensabile di resuscitare una Spd che da un decennio si chiede che cosa sta a fare su una scena politica sovraffollata che offre o personalità forti come la Merkel o identità forti come quelle della Linke, dei Verdi e sulla destra, di Alternative fur Deutschland”.

La cosa affascinante – spiega ancora Fugnoli – “è che se la Spd ha un programma vago e blando come l’acqua tiepida, Schulz non ha neanche quello. E non solo non ce l’ha, ma non l’ha mai avuto nella sua carriera politica”.

Ma chi è Martin Shulz?

Dopo avere fatto il libraio per vent’anni in una piccola e sonnolenta cittadina renana (il libraio in Germania è un lavoro serissimo e molto stimato e infatti di quella cittadina è diventato presto sindaco), Schulz ha fatto una velocissima carriera basata da una parte su un eloquio brillante ed energico e su grandi capacità organizzative e, dall’altra, sul tenersi ben lontano da qualsiasi tema controverso e sulla conquista di visibilità attraverso duelli vivaci e memorabili su temi politically correct (memorabili e tutti su Youtube i suoi scontri con Berlusconi, Farage, Godfrey Bloom e perfino Cohn-Bendit). Il suo sito contiene proposte generiche su temi di tutto riposo.

Secondo Fugnoli, sull’andamento dei mercati, Schulz può pesare in due modi.

“Il primo è che un eventuale sorpasso elettorale gli consentirebbe di potere scegliere tra una rinnovata alleanza di governo con una Cdu-Csu a quel punto non più guidata dalla Merkel e una coalizione (fino ad oggi tabù) con la Linke e con i Verdi. Avremmo, in questo secondo caso, l’adozione di politiche redistributive non solo in Germania ma in tutta Europa. Il secondo è che l’europeismo di Schulz, meno critico di quello della Merkel, spingerebbe per una maggiore integrazione continentale e una chiusura più netta verso il Regno Unito. 

Nel 2012 Schulz si dichiarò a favore degli Eurobond. Lo fece probabilmente perché la Merkel li osteggiava. Oggi Schauble aumenta il fuoco contro la Bce perché sa che Schulz non vuole e quindi non può attaccare Draghi. Nelle posizioni dei politici c’è sempre una componente di pura tattica su cui va fatta la tara, ma non c’è dubbio che un successo di Schulz, soprattutto se speso in una coalizione con Verdi e Linke, ridurrebbe gli spread tra periferia e centro o ne ridurrebbe l’allargamento che è nell’aria per i prossimi due anni.

È evidente che gli spostamenti di opinione in Europa non vanno più nella sola direzione del populismo, così come è evidente che i populismi europei si presentano sempre più con tratti distinti tra loro (democrazia diretta e stato leggero nel nord, statalismo in Francia, idee confuse in Italia e Spagna). Il continente ha grande voglia di novità, ma mostra anche di stancarsi presto di queste novità”.

In questo scenario, qual è l’atteggiamento migliore da adottare per un investitore che si avvicina al mercato?

“Il primo, che vale per le borse  – si legge nella nota settimanale dello strategist di Kairos – ma non per i bond, è decidere di ignorare la politica, i sondaggi e le elezioni e concentrarsi su nicchie che ne siano al riparo. Il secondo è di essere tattici e leggeri prima delle fasi preelettorali (quando tutti vorranno essere tattici e leggeri) e acquistare opzioni call (se si è leggeri) o put (se si è carichi) con scadenza da maggio in avanti. Segnamoci in calendario l’8 maggio, giorno del ballottaggio francese e scadenza più delicata del 2017″.