L’appuntamento elettorale più importante dell’anno, ovvero le elezioni in Germania dalle quali uscirà il successore di Angela Merkel alla cancelleria di Berlino, si avvicina, senza che i pronostici si siano mossi più di tanto.
Domenica 26 settembre la Germania voterà per eleggere nuovo Bundestag e i socialisti di Olaf Scholz rimangono i favoriti nei sondaggi per guidare la prossima coalizione.
Il margine di vantaggio emerso dall’ultimo sondaggio Forsa pubblicato il 21 settembre, però, hBerlinoa mostrato una minima riduzione: la Cdu/Csu di Armin Laschet è ora a tre punti dagli storici rivali, al 22%. I Verdi si confermano al 17%, i liberali (Fdp) all’11%, la Linke al 6% e Alternativa per la Germania all’11%. Per i cristiano democratici, dunque, sarà essenziale proseguire la lenta rimonta nel tentativo di agguantare una parità che sarebbe importante per orientare la futura coalizione su posizioni più moderate.
Per evitare lo scenario di Scholz alla cancelleria alcuni elettori dei liberali sarebbero pronti a convergere sulla Cdu, ha dichiarato il leader Lindner in alcuni colloqui off the record. Se così dovesse essere, l’incertezza alla vigilia delle elezioni tedesche regnerebbe incontrastata.
Elezioni Germania, Scholz il preferito per Berlino
Domenica scorsa si è tenuto l’ultimo dei tre confronti televisivi fra i leader di Verdi, Cdu e Spd, confermando anche in questo caso il predominio di Olaf Scholz. Secondo il sondaggio post-trasmissione condotto da Forsa il 42% degli spettatori ha giudicato il capo dell’Spd come il vincitore del dibattito, contro il 27% favorevole a Laschet e il 25% ad Annalena Baerbock.
La comunicazione di Laschet ha puntato sulla minaccia degli inasprimenti fiscali, promessi dai Verdi e dai socialisti. Questi ultimi, inoltre, non hanno escluso la possibilità di dare vita a un’alleanza con la sinistra radicale della Linke. Scholz e Baerbock sembrano comunque orientati a collaborare dopo le elezioni, possibilmente evitando l’apporto dei cristiano democratici: “Penso che alla Cdu farebbe bene stare un po’ all’opposizione”, ha dichiarato domenica scorsa Scholz.
Verdi e socialisti sono allineati su alcune proposte economiche come l’innalzamento del salario minimo da 9,6 a 12 euro l’ora (mentre Laschet respinge tale proposta), o l’inasprimento delle tasse sulle fasce di reddito più abbienti. Le convergenze sull’agenda climatica, inoltre, sono nettamente più ampie.
Come già evidenziato nei giorni scorsi, Verdi e Spd non potranno governare senza un terzo alleato in grado di garantire la maggioranza dei seggi. Il partito liberale potrebbe essere un’alternativa alla Linke, anche se i paletti fissati sulla politica fiscale sembrano in aperto contrasto con il progetto di aumentare le tasse sui ceti più abbienti (inclusa la patrimoniale, nel programma dell’Spd).