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Elezioni Grecia: fine dell’era Tsipras, vince il centrodestra di Mitsotakis

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In Grecia è finita l’era di Alexis Tsipras e del suo governo di sinistra.  Le elezioni di domenica 7 luglio, convocate dal premier uscente a seguito della batosta delle europee, hanno sancito la vittoria del partito di centrodestra Nea Dimokratia, guidato da Kyriakos Mitsotakis, 51enne ex-banchiere formato ad Harvard, che con il suo programma di meno tasse e più investimenti ha conquistato la maggioranza dei voti.

Dopo uno spoglio quasi concluso, pari al 90% delle sezioni, la Nuova democrazia di Mitsotakis sfiora il 40%, incassando il 39,78%. ND avrebbe 158 seggi su 300. Segue, a netta distanza, la formazione di Tsipras che arriva al 31,56% (86 seggi), che ha pagato a caro prezzo la politica di austerity.

Nel 2015 Tsipras aveva stravinto raccogliendo la sfida all’austerity verso la quale ha opposto via sempre meno resistenza. Di conseguenza la sua popolarità è andata man mano scemando per via del prezzo imposto alla Grecia per restare in Europa e così ottenere gli aiuti finanziari da Bruxelles e dalla Troika.

Già in campagna elettorale, Mitsotakis ha annunciato le prime mosse del governo, ovvero lo sblocco delle privatizzazioni  e un primo pacchetto di tagli alle tasse. Il suo obiettivo è spingere l’acceleratore sulla crescita, svecchiando pure la pubblica amministrazione per poi presentarsi a Bruxelles e chiedere alla Ue di abbassare dal 3,5% all’1-2% l’obiettivo di avanzo primario imposto dai creditori.

“Sarà la crescita più rapida a garantire la riduzione del debito” aveva promesso durante la campagna elettorale.

Tornando al voto di ieri, i socialisti di Kinal, eredi del Pasok, hanno il 7,96% (22 seggi); i comunisti del Kke il 5,33% (15 seggi), mentre la grande sconfitta dall’appuntamento elettorale è la formazione di estrema destra di Alba Dorata che, seppur per qualche decimale, non supera la soglia di sbarramento del 3% e resta fuori dal Parlamento.