Il prossimo 15 marzo si terranno le elezioni parlamentari in Olanda; è il primo dei tre appuntamenti elettorali chiave in calendario in Europa: seguiranno le presidenziali francesi (in conclusione a maggio) e le federali tedesche (settembre). L’importanza delle elezioni olandesi, a livello politico europeo, è strettamente collegata al risultato che riuscirà a riscuotere il partito euroscettico guidato da Geert Wilders.
La legge elettorale proporzionale olandese implica da sempre la formazione di maggioranze di governo composite: in questa tornata elettorale la vera grande novità è che sei-sette partiti, stando ai sondaggi, potranno conquistare anche più del 10% dei voti. Si profila dunque, uno scenario politico quantomai eterogeneo e incerto. Wilders, anche nel caso conquistasse la maggioranza relativa (si parla al momento di 22 seggi su 150) difficilmente potrebbe raccogliere attorno a sé il sostegno di altre forze.
Il programma del candidato del Pvv, che punta a bandire le moschee dal paese del nord d’Europa e a seguire l’esempio dei britannici verso l’uscita dall’Unione Europea, è fra i più estremi del panorama politico europeo ed è contrario alle politiche di accoglienza dei migranti. Dal 2010 al 2012 il Pvv di Wilders accordò l’appoggio esterno alla maggioranza di governo, è vero, ma fu anche causa della caduta dell’esecutivo di allora. Un’esperienza che di certo non aiuta la fiducia reciproca.
Riassumendo i punti chiave, i partiti in corsa per le elezioni in Olanda sono in tutto 28; essi si contenderanno i 150 seggi del parlamento. La maggioranza di governo dovrà contare su almeno 76 seggi. Stando ai sondaggi attuali, che fotografano un panorama politico molto frastagliato, (sopra le ultime rilevazioni pubblicate, in colore più chiaro quelle precedenti) la futura maggiorana di governo sarà composta da almeno cinque diversi partiti.
I principali attori sono, ordinati per il numero di seggi attuali: Vvd, il partito conservatore dell’attuale premier Mark Rutte, i cui consensi sono vicini a quelli della formazione di Wilders; PvdA, la formazione laburista attualmente alleata in parlamento con Vvd; Sp, il partito socialista; la formazione cristiano democratica Cda e, infine il Pvv di Wilders. In forte ascesa rispetto alle ultime votazioni sono poi i Verdi, che avrebbero un consenso vicino al 20% e la formazione progressista e proeuropea D66, data al 17%.
Con queste premesse è possibile prefigurare un’alleanza centrista che vedrebbe uniti i conservatori, i cristiano democratici, D66 e i laburisti; a questa compagine andrebbe aggiunto un quinto attore politico meno prevedibile.