Lo spettro delle elezioni italiane comincia ad aggirarsi sul mercato e i primi effetti si sono già visti sul secondario italiano, con i rendimenti decennali dei Btp saliti ai massimi di fine novembre quando è stata annunciata la data del voto. Dopo che qualche giorno fa, è stato indicato il 4 marzo come possibile giorno delle elezioni, gli esperti hanno iniziato a fare ipotesi sui vari scenari post voto.
In un’intervista alla CNBC Lorenzo Codogno, professore alla London School of Economics e fondatore di LC Macro Advisors, ha detto che la gara sarà tra “quattro grandi forze: il centro-destra, il centro-sinistra, la sinistra e il movimento a cinque stelle”. E che lo scenario più probabile “sarà quello di un parlamento in bilico, che poi significa una grande coalizione”, che potrebbe portare all’instabilità.
“Penso che la vera minaccia per gli investitori sia un prolungato periodo di instabilità: l’Italia non può permettersi di non avere un governo per un periodo prolungato di tempo. Questa situazione potrebbe innescare volatilità e pressione sul mercato”.
Anche per Wolfango Piccoli, co-presidente della società di consulenza sui rischi Teneo Intelligence, lo scenario peggiore – un parlamento sospeso – è “l’evento più probabile nonché il peggiore in termini di governance e stabilità”.
“Ciò significherebbe che, all’indomani del voto, l’Italia ritorna nuovamente a una fase politica difficile caratterizzata da sondaggi a raffica, una cattiva governance e assenza di riforme“.
Preoccupazioni quelle sull’esito incerto delle elezioni condivise dal Centro studi di Confindustria, che qualche giorno fa ha lanciato l’allarme, dicendo che le prospettive di un esito incerto rischiano di demoralizzare i cittadini, indebolire le banche e rinfocolare lo Spread. Un ipotesi, quest’ultima, che diventa ancora più preoccupante alla luce del fatto che con l’inizio del tapering, la Bce ha di fatto visto ridotte le sue munizioni per sostenere i titoli di stato italiani.
Proprio quello che è successo due giorni fa, quando è stata comunicata la data possibile del 4 marzo. La notizia ha spinto al rialzo il rendimento a 10 anni del Btp, che sta aumentando il distacco dal livello del tasso omologo sui Bund, mentre il rendimento del decennale si è portato in area 1,8%, oltre la percentuale toccata a fine novembre di 1,785%. Lo Spread con il tasso del decennale di riferimento tedesco è invece salito al top dal 27 novembre di 146 punti base.