Approfittare della debolezza che precederà le elezioni per fare incetta di obbligazioni italiane. Cosí alcuni dei maggiori investitori mondiali, che in attese della tornata elettorale del prossimo 4 marzo, sembrano guardare con interesse al debito italiano. Questo almeno è quello che emerge da un’analisi condotta dall’agenzia Reuters.
“Le elezioni italiane offrono un‘opportunità di acquisto”, ha detto Nick Gartside, chief investment officer di JP Morgan Asset Management, all’agenzia stampa britannica. “Se si fa un passo indietro e si guarda da una certa distanza alla salute dell‘economia italiana, e dell‘economia della zona euro in generale, il debito pubblico italiano risulta attraente”.
JP Morgan AM ritiene che il debito pubblico italiano sia sottovalutato e il premio sul decennale rispetto alla Germania potrebbe scendere di 90 punti base rispetto all‘attuale livello di circa 145 punti base.
Una view più neutrale è invece espressa da Pimco, il maggiore investitore in obbligazioni al mondo. Secondo Nicola Mai, analista e gestore di un portafoglio del fondo. “Lo spread (tra il rendimento del Btp e quello del Bund decennale) a 150 punti base è ragionevole rispetto al quadro generale, perché è tutto così tirato…”.
“Cò che conta maggiormente è la possibilità di un downgrade del rating, e il contesto economico positivo lo rende improbabile, anche in caso di choc politico con le elezioni”, sostiene Antoine Lesne, responsabile della strategia Etf per State Street, il più grande investitore passivo al mondo, con quasi 2,5 migliaia di miliardi di asset in gestione.
Rassicurazioni su questo fronte sono arrivati dalla stessa agenzia di rating Standard & Poor’s, che ieri ha confermato che l‘incertezza sull‘esito delle prossime elezioni non dovrebbe pesare in maniera sostanziale sull‘economia italiana, che da tempo non attraversava una fase così favorevole; l‘importante è che non si facciano passi indietro rispetto alle recenti riforme strutturali.
Durante la conferenza stampa di presentazione delle prospettive 2018, il capo economista Emea dell‘agenzia di rating Jean-Michel Six ha spiegato:
“da quando faccio l‘economista ci sono elezioni in Italia, sempre incerte… ma l‘economia italiana ha sempre continuato ad andare avanti, magari più lentamente rispetto ad altri paesi, ma ha continuato”.
Six ha sottolinea che S&P come agenzia di rating non commenta i programmi elettorali “ma solo i fatti”, limitandosi a ricordare che l‘outlook sul rating sovrano dell‘Italia è al momento stabile “e questo credo debba essere visto come un segnale incoraggiante”.
A fine ottobre S&P ha promosso di un gradino la valutazione sovrana sull‘Italia a BBB da BBB-, assegnando un outlook stabile, in quella che è stata la prima azione positiva da quando l‘agenzia produce un rating sul Paese, ovvero da quasi 30 anni.