ROMA (WSI) – E ora cosa succede? All’indomani del voto del 4 marzo 2018 che ha decretato l’unica certezza. Il Movimento Cinque Stelle come primo partito in Italia, arriva il toto-alleanze.
“La nostra parola d’ordine sarà stabilità” – spiega Luigi Di Maio.
“Saremo responsabili e avremo il massimo rispetto per Sergio Mattarella“.
Aggiunge Alessandro Di Battista, salendo sul palco da vincitore:
Tutti dovranno venire a parlare con noi e noi saremo garanzia di trasparenza e credibilità.
Dalla sua Genova, il fondatore del Movimento Cinque Stelle, un defilato Beppe Grillo però frena gli animi.
“Bravi ragazzi, ma non fate inciuci proprio ora. Tenete duro e non facciamoci cambiare”.
Per parlare di possibile alleanze prima bisognerà capire se il Pd farà fuori Renzi e se la Lega sarà il primo partito del centrodestra spiegano dallo staff. I pentastellati, come scrive La Stampa, sarebbero intenzionati a candidare Roberto Fico alla presidenza di Montecitorio, in alternativa si fanno i nomi di Danilo Toninelli, fino a una settimana fa destinato al ministero dell’Interno, e dell’ex direttore di SkyTg24, Emilio Carelli, per intavolare un negoziato con il centrodestra.
Il M5S spera in un Pd presto derenzizzato – si attende a tal proposito un annuncio di dimissioni proprio da parte di Matteo Renzi – e se non fosse così, potrebbero riattivarsi i canali con la Lega anche se su questo Fico è stato chiaro: «Mai con la Lega». Il primo banco di prova di una maggioranza che i 5 Stelle devono portare in dote a Mattarella sono i nomi dei presidenti di Camera e Senato.