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Elezioni midterm Usa: i possibili effetti su Wall Street

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La correzione di Wall Street potrebbe essere agli sgoccioli. Le ultime trimestrali in arrivo e le elezioni di midterm toglieranno agli investitori alcune incertezze. L’opinione degli strategist

“Risultati macro ottimi, dati societari anche, eppure le quotazioni scendono. Dal 2008 a oggi questo è stato l’ottobre peggiore per i mercati”.

Si apre così la riflessione degli analisti di Aqa Capital sui mercati azionari Usa che mette in evidenza le due facce di una stessa medaglia. Da un lato una crescita superiore alle attese per l’economia statunitense, +3,5% nel terzo trimestre (3,3% le stime), con otto società su dieci che hanno presentato risultati trimestrali superiori alle previsioni degli analisti.

Dall’altro lato il capitombolo del Nasdaq (-13% in 40 sedute) e dell’S&P500 che da inizio ottobre è arretrato di circa il 10%, ma anche le indicazioni dei manager delle maggiori società Usa secondo cui il quarto trimestre promette una crescita inferiore a quella del terzo.

Nessuna recessione in vista negli Usa

“Non si parla di recessione ma solo di un rallentamento dei tassi di crescita. Questo è il peggiore dei fantasmi, perché le inversioni dei cicli iniziano sempre da qui”

riprendono da Aqa Capital i cui timori, un po’ come quelli del presidente Usa Donald Trump, sono rivolti ai tassi di interesse alti che

“stanno mietendo più vittime sui mercati che non i timori di una guerra commerciale, le votazioni europee e le tensioni da guerra fredda. Il reddito degli americani è infatti molto legato all’andamento di Borsa”.

Una posizione simile a quella di Ton Wijsman, senior portfolio manager equities di AllianceBernstein che, tra rialzo dei tassi, risultati trimestrali delle società Faang (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) e le incertezze portate dalla guerra commerciale afferma di temere più il primo fattore.

È esclusa però qualsiasi ipotesi di recessione, almeno per i prossimi dodici mesi anche se

“non siamo all’inizio del ciclo economico e quindi bisogna essere selettivi. Il problema dei tassi di interesse in crescita, per esempio, deve far preferire l’investimento in società poco o per nulla indebitate. Peraltro se mi guardo intorno non vedo posti migliori dove investire che non siano l’azionario e in particolare quello statunitense”.

Elezioni di midterm saranno punto di svolta

La discesa di ottobre non spaventa quindi, anzi

con una correzione del 10% circa, che per alcuni settori è andata anche oltre, non mi aspetto altri drammatici cali. Tante notizie sono state già scontate dal mercato e i prossimi risultati delle società tecnologiche potrebbero chiarire il quadro”.

Così come maggiore chiarezza dovrebbe arrivare dalle elezioni di midterm, in calendario il 6 novembre.

“I democratici dovrebbero prevalere alla Camera e questo bilancerà gli eccessi dell’amministrazione Trump, un bene per i mercati”

commenta il gestore di AB.

“I Democratici godono di un netto vantaggio nelle intenzioni di voto”

aggiunge Paresh Upadhyaya, direttore delle strategie valutarie di Amundi che prosegue:

Lo scenario di base più probabile secondo le società di scommesse è quello di un Congresso diviso. Al 21 settembre risultava una probabilità del 71% di una Camera dei rappresentanti democratica e una probabilità sempre del 71% di un Senato repubblicano”.

Una situazione di stallo che Stephanie Kelly, politica economist di Aberdeen Standard Investments commenta così:

“Il fatto che questa situazione di stallo legislativo si riveli buona o meno dipende dai diversi punti di vista. Da un lato, frenerà il presidente Trump, rendendogli molto più difficile portare avanti le sue politiche interne, come ad esempio un’altra ondata di tagli fiscali, approvata dal Congresso. Dall’altro, l’attivismo di Trump potrà essere un fattore di successo nella corsa alle elezioni presidenziali del 2020 e la politica commerciale, a quel punto, potrebbe essere la sua arma migliore. I suoi primi due anni sono stati accompagnati da un forte miglioramento degli utili, da un’ampia crescita globale e da mercati azionari in rialzo. La seconda parte del suo mandato potrebbe essere invece caratterizzata da un rallentamento di utili e crescita globale”.

Per il mercato azionario l’esito più probabile di un Congresso diviso potrebbe tradursi in scenari diversi a seconda che Trump arrivi a un accordo con la Camera dei rappresentanti (in ipotesi controllata dai democratici) o che lo scontro si faccia aspro e porti a una situazione di impasse.

Le conseguenze per il mercato azionario Usa

Secondo Upadhyaya:

“Nel caso di un’impasse politica gli investitori non potranno contare sull’agenda riformista dei repubblicani per sostenere prezzi delle azioni più elevati. Le loro scelte di investimento si concentreranno quindi maggiormente sulla crescita degli utili societari. Se da un lato crediamo che gli utili societari Usa potrebbero crescere del 10% o più nel 2019, il tasso di crescita potrebbe essere circa la metà di quello che ci aspettiamo nel 2018 a causa dell’assenza di ulteriori vantaggi fiscali. Inoltre ci sono alcuni rischi che pesano sulle stime degli utili qualora un’inflazione superiore alle attese, spinta al rialzo dai dazi e dagli aumenti dei salari, riducesse i margini. Per questo motivo ci aspettiamo rendimenti delle azioni nel migliore dei casi modesti in uno scenario di impasse”.

“Viceversa – prosegue l’analista di Amundi – nello scenario di base con la declinazione ottimistica i mercati azionari potrebbero salire ancora. L’aumento della spesa per le infrastrutture dovrebbe compensare in parte l’indebolimento degli stimoli generati dalla riforma fiscale, contribuendo così a mantenere l’economia americana ben al di sopra della crescita tendenziale. Inoltre, la spesa per infrastrutture dovrebbe stimolare il relativo settore Usa e quello dei produttori mondiali di cemento che hanno un’esposizione agli Usa”.