Forte delle proiezioni che lo vedono saldamente in testa, il premier olandese Mark Rutte ha dichiarato già vittoria. Le elezioni nei Paesi Bassi, stando agli ultimi dati, hanno dato nuova forza alla coalizione di centrodestra, con 35 seggi su 150 che andrebbero proprio al partito di Rutte, VVD.
Si prospetta così un quarto mandato per il leader liberale, solitamente indicato come un “falco” della politica europea. Rutte si era dimesso lo scorso gennaio in seguito a uno scandalo legato agli assegni famigliari, ne avevamo parlato in questo articolo.
In queste elezioni assai partecipate, con un’affluenza dell’82,6%, hanno perso terreno i populisti di Geert Wilders ai quali andrebbero 17 seggi, mentre altre formazioni di estrema destra hanno ottenuto buoni riscontri. Male, invece, la sinistra radicale.
Fra gli alleati di Rutte ha esultato senza mezze misure Sigrid Kaag, leader di D66:
“Che serata meravigliosa”, ha twittato, i risultati “hanno confermato che gli olandesi non sono estremisti, ma moderati. La gente apprezza la positività”. Per D66 il risultato è andato oltre ogni più rosea aspettativa, sorpassando Wilders come seconda forza in parlamento.
Rutte dichiara vittoria
“Gli elettori dei Paesi Bassi hanno dato al mio partito uno schiacciante voto di fiducia”, ha detto Rutte in una conferenza stampa tenuta presso il parlamento. “Non tutto è andato bene negli ultimi 10 anni”, ha concesso il leader liberale, ma ora il principale il principale obiettivo sarà ricostruire il Paese dopo la pandemia. Nelle ultime settimane il coprifuoco ha provocato fenomeni di frustrazione e protesta violenti per le strade del Paese. Dall’inizio dell’era Covid sono 16mila gli olandesi ad aver perso la vita a causa del coronavirus.
“Ho l’energia per altri 10 anni”, ha annunciato Rutte dimostrandosi pronto a proseguire la sua carriera politica in prima linea ancora per molto tempo.
Elezioni tedesche in arrivo a settembre
Mentre Rutte festeggia in Germania la cancelliera Merkel sta già pensando alle prospettive delle prossime elezioni federali di settembre, le prime che non la vedranno più direttamente protagonista dopo 16 anni di cancellierato. I Cristiano democratici, dopo le critiche sulla gestione della pandemia si stanno avvicinando all’appuntamento delle urne indeboliti. Potrebbe profilarsi, così, un’alleanza post elettorale “a semaforo”, con liberali (gialli) e i Verdi.