Nessun allarme. A poche settimane dalle elezioni politiche italiane del 25 settembre, gli analisti di Ubs Gwm rassicurano gli investitori sui rischi del sistema Italia e in particolare sulle potenziali implicazioni di mercato.
In una nota diffusa oggi, Matteo Ramenghi, chief investment officer di Ubs Gwm in Italia, spiega che “i premi per il rischio dei titoli di Stato italiani sono più che raddoppiati rispetto ai minimi della pandemia e vengono scambiati a circa 230 punti base rispetto ai Bund tedeschi a 10 anni”. In questo scenario, “riteniamo che gli investitori in obbligazioni italiane a breve e medio termine siano ben compensati dai rischi derivanti dall’elevato onere del debito pubblico italiano e dai ricorrenti episodi di incertezza politica. Sebbene sia improbabile che la Bce intervenga direttamente in reazione a spread moderatamente più ampi, riteniamo che alla fine agirà per frenare sostanziali distorsioni, fintanto che l’Italia rimarrà d’accordo con l’Ue sulle politiche di bilancio“.
Per quanto riguarda i risultati elettorali, Ramenghi, dopo aver precisato che, alla luce del sistema elettorale attuale, è la coalizione di centrodestra la più avvantaggiata, spiega di non escludere completamente uno scenario in cui nessuna coalizione ottenga voti sufficienti per formare un governo e che si debba, quindi, trovare un’alleanza più ampia.
Gli ultimi sondaggi sulle elezioni
Gli ultimi sondaggi politici Ipsos, pubblicati sul Corriere della Sera, parlano chiaro: Fratelli d’Italia con il 24% (in aumento di 0,7% rispetto a fine luglio) è il primo partito. Segue a ruota il Partito democratico (23%); al terzo posto sono appaiati con il 13,4% la Lega (stabile) e il Movimento 5 Stelle (in aumento di 2,1%). A seguire Forza Italia con l’8% (in calo di un punto), la lista Azione/Italia Viva con il 5%, l’alleanza Sinistra Italiana/Verdi con il 4,1% e Italexit con il 3%. L’indecisione e l’astensione si attesta al 38,3%. Dunque, a poco più di tre settimane dal voto, il centrodestra prevale nettamente sul centrosinistra (46,4% a 29,9%).
Recovery Fund fondamentale per l’Italia
Nella sua analisi, Ramenghi mette in evidenza che niente di particolarmente allarmante emerge nei programmi economici dei partiti. “Con l’inflazione in corsa e i prezzi dell’energia che raggiungono nuovi massimi, tutti i programmi propongono modi per alleviare la pressione su famiglie e aziende. Ciò comporterà una qualche forma di espansione fiscale” aggiunge, concludendo che “il ritmo delle riforme per liberalizzare l’economia e la capacità di fare pieno uso del Recovery Fund saranno fondamentali per il futuro e un’area di controllo da parte del mercato nel prossimo bilancio”.
Le stime di Ubs su Pil e debito pubblico italiano
Recenti stime di Ubs indicano una crescita del Pil italiano pari al 2,6% per quest’anno e all’1,1% per il prossimo, mentre si si attende uno scenario di stagnazione nel secondo semestre di quest’anno. In peggioramento il debito/Pil, previsto al il 153% del Pil, entro il 2027 dopo che nel 2021 ha segnato un aumento del 21% rispetto al 2019, attestandosi al 150,8% del Pil.