Roma – A meno di sei mesi delle elezioni della primavera del 2013, sono tre – nella percezione dell’opinione pubblica – le novità più significative nello scenario politico del Paese: per il 67% il Movimento 5 Stelle di Grillo; per il 52% degli italiani Matteo Renzi; per poco più di un terzo Mario Monti e i ministri del Governo tecnico. Sono alcuni dei dati che emergono da un’indagine realizzata dall’Istituto Demopolis per il programma Otto e Mezzo, condotto su La7 da Lilli Gruber.
“Tra i candidati alla Presidenza del Consiglio – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – il Sindaco di Firenze risulta oggi apprezzato dal 41% degli intervistati, superato soltanto dallo stesso Premier Monti, posizionato al 48%. Un gradimento del 36% – molto più polarizzato nel Centro Sinistra – registra invece Pierluigi Bersani, che sfiora però un significativo 70% di apprezzamento tra gli elettori del Partito Democratico”.
Elemento chiave tra i due principali competitor alle Primarie del Centro Sinistra è proprio la composizione del loro consenso: il Sindaco di Firenze piace ad appena il 18% degli elettori di Sinistra, è apprezzato dalla maggioranza assoluta di quanti si collocano nell’area di Centro (57%) o di Centro Sinistra (52%). Ma la vera peculiarità – secondo l’analisi compiuta dall’Istituto di ricerche Demopolis – appare la trasversalità del gradimento che Matteo Renzi riscuote non solo tra gli elettori non collocati, il 45%, ma anche al di fuori della sua area politica di riferimento: 4 elettori su 10 del Centro Destra non nascondono le proprie simpatie per il Sindaco “rottamatore”.
Il dibattito sulle Primarie del centro sinistra e la sfida, oggi decisamente aperta, tra Renzi e Bersani stanno intanto determinando un effetto di crescita complessiva dei consensi verso il Partito Democratico che si consolida quale prima forza del Paese.
Ma quanto inciderà il risultato delle Primarie del Centro Sinistra, per la prima volta dall’esito non scontato, sul consenso del Partito Democratico? Secondo i dati del Barometro Politico Demopolis, il 23% voterebbe con certezza il PD guidato da Bersani, il 15% dovrebbe invece pensarci. Più ridotto, al 19%, lo zoccolo duro nell’ipotesi di una vittoria di Renzi. Ma crescerebbe in quel caso al 26% il numero di quanti prenderebbero in considerazione l’ipotesi di un voto al PD. Il 62% non voterebbe il PD di Bersani, il 55% non voterebbe il PD di Renzi.
“È un elettorato più coeso, quello di Bersani; più trasversale, quello di Renzi. Secondo la nostra analisi sui flussi del consenso – sostiene il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – il volto del PD di Renzi sarebbe in parte differente da quello di Bersani: perderebbe una fetta significativa dell’elettorato di Sinistra, ma guadagnerebbe onsensi potenziali tra gli indecisi ed in ampi segmenti di un’area moderata oggci in cerca di rappresentanza”.