Secondo un’analisi sulle elezioni politiche italiane scritta dal Senior Currency Strategist Neil Mellor di Bny Mellon per The Aerial View il risultato che l’Unione europea preferirebbe vedere dopo il voto è quello di una grande coalizione fra centro destra e centro sinistra, simile all’accordo di governo raggiunto in questi giorni dalla Germania.
Uno scenario che il Primo ministro Paolo Gentiloni ha escluso alla fine di gennaio in un’intervista a Cnbc sottolineando che un Parlamento in stallo non sarebbe positivo per il Paese. Gentiloni aveva anche rassicurato l’Ue che l’Italia non finirà in mano a populisti ed euroscettici e riguardo la persona di Silvio Berlusconi aveva commentato: “non penso che sia populista ma prendo atto del fatto che nella sua coalizione populisti e anti europeisti non solo sono presenti ma predominanti”.
L’analisi di Mellor continua esprimendo le preoccupazioni per il sostegno di Forza Italia all’idea di una valuta parallela, che Berlusconi ha rilanciato durante l’estate 2017 come cavallo di battaglia per portare alla vittoria la coalizione del centro destra. L’idea è quella di una moneta nazionale complementare all’euro che abbia lo scopo di rilanciare i consumi e la domanda.
“In ogni caso”, si conclude l’analisi, “anche con il Partito democratico che vuole rinegoziare il Fiscal compact, si prevede che le relazioni fra Italia e Unione europea diventeranno più difficili dopo il 4 marzo”. Nella presentazione del programma del Pd così Matteo Renzi si era espresso sul Fiscal Compact: “chiediamo di superare il vincolo dell’austerità non per esigenze contabili interne ma perché la filosofia del Fiscal compact non incoraggia gli investimenti economici in Europa”. A febbraio il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici ha sostenuto che l’esito incerto delle elezioni italiane rappresenta un rischio politico.