ROMA (WSI) – Inizieranno mercoledì 4 aprile le consultazioni post elezioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per formare un nuovo governo. Il nodo da risolvere è chi avrà la premiership. Il primo partito d’Italia, con un vantaggio netto sui diretti concorrenti, o la coalizione che ha conquistato il maggior numero di voti?
In casa Cinque Stelle un agguerrito Luigi Di Maio non demorde e rivendica la Presidenza del Consiglio tutta per sé, cosa che a detta de La Stampa starebbe provocando alcuni malumori all’interno dello stesso Movimento. Di Maio sostiene di volere rispettare il desiderio popolare: quasi un terzo degli italiani ha scelto lui come premier, mentre il 18% circa ha optato per Renzi, intorno al 17% Salvini, al 14% per Tajani (il nome fatto dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che non poteva candidarsi), il 4% Meloni e poco più del 3% Grasso.
“Diversi leghisti hanno riportato a Salvini il contenuto di chiacchierate informali con alcuni colleghi del M5S, neoeletti ma anche deputati della vecchia guardia. Dicono già che Di Maio non si può impuntare così. L’elettorato non capirebbe”.
Dal canto suo Matteo Salvini comincia ad irritarsi.
“Oggi ci siamo scritti e vedrò Di Maio prima delle consultazioni ma dire ‘io io io’ non è il miglior modo di dialogare. Gli servono 90 voti. Da solo dove va?. Non farò il ministro di Di Maio. (…) O parte un governo o si va subito al voto. Non ci sto a tirare a campare, discutere per un anno di legge elettorale sarebbe devastante”.
Il leader della Lega poi aggiunge che con il M5s “c’è un dialogo” e un governo nonostante il risultato poco chiaro delle elezioni è possibile. Salvini esclude un esecutivo con i Dem, ma assicura che M5s non ha l’esclusiva dei contatti: “Sento tutti i pezzi del Pd”.
“Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri!”.
Così ribatte Di Maio, ma proprio dal Partito Democratico arriva la stoccata da parte del capogruppo Graziano Delrio:
“I voti del Pd non sono a disposizione. Decidiamo noi”.
Torna a farsi sentire anche Matteo Renzi che a Di Maio e Salvini su Twitter risponde:
“Scusate se interrompo il corteggiamento, ma il Pd starà all’opposizione”.