MADRID (WSI) – Erano 6 mesi che la Spagna attendeva questo momento, ma ancora una volta l’incertezza ha vinto. Ieri la Spagna è stata chiamata alle urne per decretare il suo futuro politico, e ancora una volta a vincere è stato il partito del premier uscente Mariano Rajoy, ovvero il Partito Popolare. Ma la sua vittoria è parziale, visto che ha ottenuto una maggioranza risicata, ripetendo la stessa situazione che si era creata a dicembre.
I risultati ufficiali – con un’affluenza che ha sfiorato il 70% chiudendo poco sotto il 73% del 2015 – stravolgono i sondaggi della vigilia e gli exit poll diffusi subito dopo la chiusura dei seggi. Il Partito popolare di Rajoy (Pp) raggiunge il 33% dei consensi e si prende 137 seggi nella Camera, ottenendo così un quasi 5% in più rispetto al risultato ottenuto a dicembre.
“Rivendichiamo il diritto di governare, perchè abbiamo vinto. Da domani inizieremo a parlare con tutti in vista della formazione di un futuro governo”.
Queste le parole di Rajoy nella notte, subito dopo l’annuncio ufficiale dei risultati ottenuti.
I socialisti guidati da Pedro Sanchez (PSOE) ottengono il 23% e 85 seggi in Parlamento, cinque in meno rispetto all’ultima consultazione. Ma la delusione più grande è per Unidos Podemos, il partito post-indignados che nonostante l’alleanza con Izquierda Unida si ferma al 21% con 71 deputati, gli stessi che avevano in precedenza le due formazioni.
“Non sono buoni risultati, Non sono i risultati che ci aspettavamo. Non sono buoni risultati per la Spagna. E, in ogni caso, siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità di fronte al nostro popolo e continueremo a tendere la mano a tutta l’opposizione perché si possa arrivare a un governo di cambiamento”.
Queste le parole a caldo del leader di Podemos, Pablo Iglesias. Sonora la bocciatura per Ciudadanos che ottiene solo il 13% e 32 seggi, otto in meno di quanti ne aveva.
Cosa accadrà ora?
L’obiettivo per Rajoy, ancora una volta, è tentare di trovare un governo dalle larghe intese che vede come perno il Partito socialista che avrà il compito di far nascere un nuovo governo o invece chiudere ogni possibilità.
Spetta a Pedro Sanchez allora sbloccare la situazione. Intanto il premier uscente Rajoy attenderà la convocazione di re Felipe VI ribadendo il bisogno di stabilità del Paese e candidandosi a guidare una grande coalizione di governo che comprende popolari, socialisti e Ciudadanos.