Società

Elezioni Ue: 100 milioni di cittadini ancora indecisi

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Mentre si formano le alleanze e si presentano i partiti per le prossime europee pare che un vincitore ci sia già. E’ il partito degli indecisi come afferma un nuovo rapporto del think tank Ecfr (European Council on Foreign Relations) secondo cui quasi 100 milioni di europei a poco più di un mese dalle elezioni non sa per chi votare.

Secondo i dati raccolti in quattordici Stati membri, che rappresentano l’80 per cento dei seggi dell’Europarlamento, il 43% intende votare mentre il 57% è incerto sul da farsi. Tra quanti intendono votare invece il 70% non è ancora convinto da alcun partito.

Gli elettori europei secondo la ricerca possono essere suddivisi in quattro gruppi:

  1. “Casa Stark” o i “Credenti nel Sistema” (24% in Europa, 9% in Italia): principalmente in Germania, Austria, Repubblica Ceca, Danimarca e Svezia, credono che il sistema europeo e nazionale “funzioni” e sono finanziariamente soddisfatti ed hanno un livello di istruzione secondaria o superiore.“I Daeneryses”, o “Pro-Europeisti Dimenticati” (24% in Europa, 22% in Italia): Fortemente rappresentati in Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Spagna, sono scettici nei confronti del sistema politico nazionale ma favorevoli ai valori europei. Questi elettori sono costituiti in gran parte da millennials e dalla generazione X.

    3. “Gli Sparrows” o “Gilets Jaunes” – (38% in Europa, 49% in Italia): in particolare in Francia, Grecia e Italia, non hanno fiducia nei politici e nei sistemi politici a livello nazionale o europeo, hanno circa 50 anni ed una forte rappresentanza femminile in Francia e in Italia.

    4. “Free Folk of the North” o “Nazionalisti Euroscettici” (In Europa 14%, in Italia il 20%): concentrati soprattutto in Austria, Danimarca e in Italia, sentono che il sistema politico del loro paese funziona e vorrebbero accentrare maggiori poteri a livello nazionale. Vi rientrano baby-boomer ed elettori ideologicamente più a destra.

Come afferma Mark Leonard, direttore di ECFR:

“C’è ancora molto da fare per le elezioni europee. Secondo le nostre ricerche, gran parte dell’elettorato europeo è ancora indeciso sul modo in cui voterà. Dai nostri dati emerge chiaramente come il tribalismo politico non abbia ancora preso piede in tutta Europa. Piuttosto che gravitando tra gli estremi, l’elettorato europeo è confuso – bloccato in un vortice di caleidoscopico caos – che si muove in ogni direzione, tra destra e sinistra, dai populisti e partiti tradizionali. In questo ambiente fluido c’è una reale opportunità per i partiti tradizionali di riconnettersi con gli elettori. Tuttavia, non possono permettersi di essere etichettati come difensori dello status quo. Devono rifondare se stessi come audaci riformatori con politiche che cambieranno in meglio la vita dei cittadini. Solo allora riconquisteranno la fiducia della maggioranza moderata europea”.