Sovranismo vs Europeismo, questo il titolo del confronto pubblico traSteve Bannon e Carlo Calenda in vista delle prossime elezione europee di maggio.
Un confronto a viso aperto quello tra l’ex consigliere di Donald Trump e principale ideologo dell’imperante sovranismo americano e l’ex ministro dello Sviluppo economico, sostenitore di un europeismo responsabile. La preferenza di Bannon è chiara quando afferma:
Alle elezione europee i sondaggi dicono che oltre il 50% dei consensi andrà ai partiti populisti e la Lega si appresta ad essere il primo partito in Europa, e subito dopo quello della Le Pen (…) Trump, Bolsonaro e Salvini sono i massimi leader mondiali…
Calenda sottolinea che sì i populisti hanno cavalcato bene i problemi ma non hanno programmi. Risponde l’ex consigliere di Donald Trump:
Nessuno dei leader sovranisti in Europa con cui ho parlato vuole uscire dall’Ue. Non è come la Gran Bretagna. Vogliono un’Europa delle nazioni. Continueranno le discussioni sull’immigrazione, ma non sarà la dissoluzione dell’Ue si comincerà però a vedere deregulation e con il tempo sempre più cambiamenti con poteri che torneranno ai paesi membri.
Avete cavalcato bene problemi veri, che sono stati ignorati, ma non avete un programma per risolverli. A parte il commercio e l’agricoltura, e il controllo dei bilanci, tutte le competenze sono delle nazioni in Europa, a partire dall’immigrazione.
Così incalza l’ex numero uno del Mise, mentre Bannon reclama un'”Europa delle Nazioni” che sappia mandare in soffitta il “popolo di Davos” e i “tecnocrati di Bruxelles”. Altro tema quello della Cina e della Nuova Via della Seta.
Gli accordi sono sbagliatissimi e Salvini (che non partecipato agli incontri con il presidente cinese, ndr) è un furbacchione.
Così Calenda, mentre Bannon risponde:
Ho parlato con alcune persone della Lega nel governo sulla Cina esponendo la mia opinione personale. Salvini ha detto che vanno fatte 100 domande, io aggiungo se ne facciano 1000.