NEW YORK (WSI) – Ormai è ufficiale: Hillary Clinton è la candidata democratica in corsa alla Casa Bianca. È la prima donna a riuscirci. Il SuperTuesday di ieri ha visto trionfare l’ex segretario di Stato che supera la fatidica soglia dei 2.383 delegati necessari per ottenere la nomination democratica, diventando così la prima donna in 240 anni di storia a stelle e strisce candidata alla Casa Bianca.
In un certo senso l’ex Segretario di Stato era certa di riuscire nella storica impresa già dal giorno prima, tuttavia, quello in cui nessun cittadino o delegato eletto è andato al voto. La nomination era stata infatti già proclamata e consacrata con rullo di tamburi dai media sulla base delle discussioni top secret che avvengono tra donatori e insider dell’establishment le cui identità non vengono rivelate.
Il giorno prima infatti, quando ancora non si era votato, l’Associated Press – la più importante agenzia di stampa statunitense – ha spiazzato tutti dichiarando le primarie concluse e Clinton vittoriosa. I sondaggi però davano i due sfidanti, l’ex First Lady e Bernie Sanders, testa a testa. La notizia dell’AP faceva affidamento su quanto appreso dai superdelegati interpellati.
Ben 720 insider del Partito Democratico, donatori e altri funzionari i cui voti contano quanto il voto di un delegato realmente eletto e che non avevano dichiarato in precedenza le loro intenzioni di voto, hanno invece espresso la volontà di votare per Clinton, portandola al di sopra della soglia necessarie per strappare la nomination e andare a sfidare Donald Trump, il candidato Repubblicano.
La Clinton ha così vinto anche nei fatti in California e in tre degli altri cinque Stati chiamati a otare nel SuperTuesday (New Jersey, New Mexico e South Dakota), mentre il rivale sconfitto il senatore Bernie Sanders si è dovuto accontentare del Montana e del North Dakota. Quando un terzo dei voti sono stati scrutinati, si registrano il 62,2% delle preferenze per l’ex first lady, mentre Sanders segue a grande distanza con il 36,7%.
Una vittoria storica ma con qualche macchia
Una vittoria senza nessuna ombra a giudicare dai numeri, ma Clinton è stata sicuramente aiutata dalla campagna mediatica in suo favore. In serata il presidente Barack Obama ha telefonato alla Clinton per complimentarsi dei risultati raggiunti ma ha anche ringraziato il senatore del Vermont “per aver galvanizzato milioni di americani con il suo impegno contro le diseguaglianze”.
Il senatore ha comunque dichiarato di non voler gettare la spugna, andando avanti “fino all’ultima primaria di Washington e fino alla convention di Philadelphia (25-28 luglio) dove porteremo avanti le nostre battaglie”, come quella contro le grandi banche americane.
Intanto Hillary Clinton festeggia e al Brooklyn Navy Yard di New York sale sul palco, visibilmente emozionata:
“Si è fatta la storia: le barriere possono cadere. Giustizia e libertà possono vincere, insieme siamo più forti. La fine delle primarie è solo l’inizio del lavoro che siamo chiamati a fare e se saremo uniti, saliremo insieme, perché insieme siamo più forti”.
E nella notte della Clinton, il suo rivale repubblicano Donald Trump non si è lasciato sfuggire l’occasione per lanciare l’ennesima stoccata all’ex segretario di Stato e strizzare l’occhio ai sostenitori di Bernie Sanders.
“I Clinton hanno trasformato la politica dell’arricchimento in una forma d’arte per loro stessi (ndr. I sostenitori di Bernie Sanders) sono stati tagliati fuori da un sistema distorto di super delegati, vi accogliamo a braccia aperte”.